L’UDEUR e gli elettori

di Rosario Amico Roxas

E’ deciso, l’UDEUR lascia la maggioranza.

A prendere tale decisione che oltre allo stesso partito coinvolge il governo eletto dal popolo sovrano, è stato lo stesso Clemente, dimostrando, così, in quale miserabile considerazione tiene il parere degli elettori. D’altra parte, con l’inquinamento che ha subito la politica, si transita dal partito/azienda di Berlusconi, al partito/famiglia di Mastella, transitando per il partito/quattrogatti di Dini.

Ma la decisione di Mastella è personale, anche se condivisa da tutti i componenti del gruppo per via di una malintesa solidarietà con il capo.

Gli elettori hanno votato l’UDEUR, concedendo una rappresentanza alla camera di 14 deputati, come facente parte di una coalizione, con un preciso programma e con un residuo di ideologia sociale. Tutto questo per Mastella non conta, anzi lo disprezza, perché si sente collocato nell’Iperuranio degli intoccabili, proprio quando ha meritato di essere “toccato”. L’insegnamento che ha recepito è quello di considerare la struttura politica del partito come una proprietà privata, che, come tale, può essere venduta, barattata, offerta al miglior offerente, il tutto lontanissimo da ogni ipotesi di democrazia partecipativa, in quanto gli elettori, veri padroni della struttura che hanno creato con il loro voto e il loro consenso, non contano nulla a fronte della univoca volontà del capo-famiglia.

L’itinerario è facilmente identificabile; è chiaro che Berlusconi ha vinto la sua personale battaglia con Mastella; una battaglia incruenta, senza sangue, composta di scaramucce d’apparenza, utili solo a definire il prezzo del tradimento degli elettori.

Di promesse il cavaliere può farne tante, anzi tantissime, ma ciò che guarda è il patrimonio che Mastella vende: un patrimonio valutato in circa 400.000 voti, che il buon Clemente ritiene gli appartengono di diritto e che il cavaliere acquista in blocco, senza fare prigionieri; in cambio Mastella riceverà la promessa di un Ministero o altro, mai denaro contante, così può sentirsi incorruttibile e incorrotto, ma certamente di un valore maggiore a 30 denari.

Rosario Amico Roxas



Martedì, 22 gennaio 2008