Ma quali radici ?

di Rosario Amico Roxas

La cronaca mi da ragione, ma questo non mi piace lo stesso.

Ancora la ricerca delle “Radici cristiane dell’Europa”, un dibattito al quale, tra gli altri , hanno partecipato Bertinotti e Tremonti.

Come da sempre ho previsto l’esponente di FI ha centrato il suo intervento sull’esigenza di modificare l’itinerario di priorità della politica dalla sfera economica a quella spirituale.

Così si piomba nel più smaccato paradosso: lo stesso Tremonti, che ha impiegato cinque anni di legislatura per spostare l’asse economico dall’economia del lavoro a quello, riservatissimo, dell’alta finanza, si improvvisa propugnatore di una confessionalità che renderebbe lo Stato sottomesso, di fatto, alle interferenze della Chiesa.

Mi sono sempre dichiarato un credente, per cui una simile affermazione dovrebbe trovare, nelle mie considerazioni, piena adesione. Ma mentre da un lato della prospettiva dialettica c’è il Magistero della Chiesa, quel Magistero che cerco di rendere accettabile ad una porzione più dilatata di persone, fornendo una lettura laica e, quindi, universalizzabile, (dico universalizzabile non assoluta), dall’altra parte c’è proprio la gerarchia della Chiesa che, nei fatti, contraddice lo stesso Magistero, specialmente in quelle parti che maggiormente indicano la via maestra per l’adesione piena e totale all’insegnamento di Cristo.

Non c’è discussione dogmatica da fare, il discorso è semplice, semplicissimo, basta ascoltare le parole di Cristo e metterle in pratica, nella loro straordinaria chiarezza: “Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” (il Cesare in questione è il simbolo del potere dello Stato, niente a che vedere con Cesare Previti, il quale è abituato a prendersi quello che gli pare n.d.r.), imponendo una netta separazione tra le due sfere.

Ma il Vaticano di Ratzinger esige che venga mantenuta la “pole position” dello Stato Città del Vaticano, non solo in Italia, dove baratta il proprio sostegno con quelle forze politiche che, a parole, ne sostengono le esigenze (o pretese), ma in tutta l’Europa, rivendicando le “radici cristiane” del vecchio continente. Praticamente la logica del “Quello che è tuo è mio e quello che è mio resta mio”. Per tale posizione da primato mette in campo la ricerca delle radici, accusando l’Europa di diventare “Senza Radici”, come chiaramente espresso nel volume scritto a quattro mani da Ratzinger con quel cardinale laico di Pera, ambasciatore presso il Vaticano di Berlusconi.

I divorziati, gli abortisti, i falsari dei bilanci, gli sfruttatori delle fasce più deboli della popolazione, gli esaltatori del nuovo materialismo edonistico, gli evasori fiscali che non danno niente a nessuno, né a Cesare né a Dio, diventano, così, gli estremi difensori delle radici cristiane dell’Europa.

La prima conseguenza che emerge è una pretesa europeizzazione del cristianesimo, come se si trattasse non di una religione e di una fede, ma di un momento identificante dell’antropologia culturale europea, negando la dimensione universale (non assoluta) dell’insegnamento di Cristo.



Ma è stata la Chiesa che ha impresso l’indirizzo spirituale all’Europa o piuttosto le fede del popolo, che usciva dalla persecuzioni imperiali di Roma e gettare le fondamenta per l’affermazione del cristianesimo in Europa ?



Con il crollo dell’impero romano e la successiva discesa dei Franchi, falsamente chiamata invasione barbarica, furono i gallo-romani che convertirono i nuovi arrivati; fu quindi l’esaurimento dei “re fannulloni” che mise in piedi la nuova cattolica dinastia carolingia.

Lo stesso accadde con i longobardi, i goti, i visigoti, i vandali, gli ungari, i celti, che si assimilarono alla fede cristiana, mentre i papato pensava ad amministrare quel potere temporale appena acquisito, attraverso alleanze estemporanee, incoronazioni di comodo e simonie .

L’Europa divenne multirazziale, per lungo tempo a Cristo si affiancò Odino, mentre il papa di Roma faceva il notaio che sanciva le varie legittimità imperiali, inventandosi un Sacro Romano Impero e, successivamente un Sacro Romano Impero Germanico, ma rimanendo lontanissimo dalla evangelizzazione, compito che venne espletato all’estero da quel fenomeno culturale e religioso che fu il monachesimo.

Il “terrorismo del peccato” fu l’arma che agevolò l’acquisizione di sempre maggiore potere, nonché l’uso spavaldo della scomunica che sollevava i sudditi dal dovere di obbedienza al sovrano imperatore; ne pagò le conseguenza Enrico IV che dovette anche piegarsi allo “schiaffo di Canossa” per riottenere l’obbedienza dei suoi feudatari, nel pieno della lotta per le investiture.

Anche Federico II dovette subire la scomunica, reo di avere gestito una crociata diplomatica che gli procurò il regno di Gerusalemme, ma non ingaggiò un guerra distruttiva come gli aveva ordinato il pontefice. Quindi fu l’Inquisizione, la caccia alle streghe e agli alchimisti, i roghi, le persecuzioni, i ghetti, il potere temporale, gli agi e i comodi di una vita lussuriosa e dissipata, non certo meritevole di essere additata come esempio di cristiana carità.

Queste le radici cristiane dell’Europa che sono proseguite senza soluzione di sorta, fino al “non expedit”, fino alla scomunica dei “comunisti”, fino alla condanna dei preti operai, fino alla intrusione dentro i poteri di Cesare, trascurando le esigenze di Dio; così la condanna della teologia della Liberazione, colpevole di rivolgere la sua attenzione al Cristo povero, mendico, affamato, lacero, emarginato, del tutto simile alle popolazione di quell’America Latina che il potere di Cesare continuava a sfruttare.

Cerchiamo le radici di cosa e di chi ?

E’ la Chiesa che deve ricercare le sue stesse radici, ma quelle della fede in Cristo, che sono profondamente inserire nella fede e nella religiosità del popolo che crede e vede in Cristo-Uomo il suo simile che ha sofferto e patito, fornendo un esempio di amore che supera tutti le traversie di una società profondamente malata.

Per completezza dei miei studi ho dovuto non solo leggere, ma studiare il pensiero di Marx,e mi sono fatto la convinzione che, stante come è stato ridotto il marxismo nelle esperienze dei socialismo reale, Marx non sarebbe stato marxista.

Ma ho proseguito studiando la storia e gli eventi che coinvolgono la fede, la religione, il cristianesimo; analogamente, osservando l’ostentazione di opulenza, di potere, di traffici economici, di gestione patrimoniale lontanissima dalla carità cristiana, mi sorge il dubbio che Cristo non si dichiarerebbe cristiano !

Tornando a dibattito sulle radici dell’Europa, l’intervento di Bertinotti è stata esattamente quello che mi aspettavo da un uomo che dell’onestà culturale ha fatto un modello di vita.

Ha fatto riferimento a quell’Illuminismo che ha sconvolto la cultura stantia dell’Europa e alla rivoluzione francese, che animò tutte le rivoluzioni sociali successine.

Conosciuto (erroneamente) come un non-credente, Bertinotti non poteva dire ciò che il sottoscritto da credente, cattolico e cristiano ha il diritto/dovere di dire, ma sono certo della sua adesione.

La Chiesa ha perso le sue radici e fluttua in aria priva di un ancoraggio certo, come un aquilone sollevato da vento, ma trattenuto a terra di un sottile filo; purtroppo quell’aquilone, guardando verso il basso, si è fatto la convinzione che è lui a tenere la terra legata ad un filo.

Rosario Amico Roxas



Mercoledì, 18 luglio 2007