Caro Veltroni, quali sono le tue politiche di pace?
Dopo lo scambio di lettere tra Veltroni e la "Tavola della Pace" lassociazione PeaceLink presenta il conto e chiede impegni concreti: riduzione delle spese militari, iniziative di "peacekeeping" realizzate da civili non armati, diritto allobiezione fiscale, promozione della cooperazione internazionale.
Nel testo della lettera indirizzata a Veltroni lAssociazione Peacelink solleva alcuni nodi cruciali sulla direzione che il candidato del PD intende dare al suo programma politico.
"In che modo le tue politiche di Pace si distingueranno dallagenda politica degli altri partiti? - chiede PeaceLink - Per la riduzione delle spese militari? Finora anche i governi di centrosinistra le hanno aumentate. Per la riconversione dellindustria bellica e il blocco del commercio di armi verso paesi che violano i diritti umani? Improbabile, visto che Romano Prodi ha dichiarato a nome dellItalia di voler rompere lembargo con la Cina. Allora, caro Walter, quali sono le politiche di pace che hai in mente? Che cosa si puo fare per far valere il diritto internazionale in un mondo che cerca giustizia con le armi?"
Il testo integrale della lettera e riportato in fondo al messaggio.
LASSOCIAZIONE PEACELINK
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MATERIALI
La lettera di Veltroni alla Tavola della Pace e disponibile a questo indirizzo:
http://tinyurl.com/2c5974
Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera indirizzata a Veltroni dallassociazione PeaceLink:
http://www.peacelink.it/editoriale/a/25328.html
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Lettera aperta al candidato del PD
CARO VELTRONI, QUALI SONO LE TUE POLITICHE DI PACE?
Dopo lo scambio di lettere tra Veltroni e la "Tavola della Pace" lassociazione PeaceLink presenta il conto e chiede impegni concreti: riduzione delle spese militari, diritto allobiezione fiscale, iniziative di "peacekeeping" realizzate da civili non armati, promozione della cooperazione internazionale.
Caro Veltroni,
Mi chiamo Carlo Gubitosa, e faccio parte dellassociazione PeaceLink (www.peacelink.it), una delle tante realta associative che danno il proprio contributo a quella significativa esperienza di aggregazione culturale, politica e sociale che prende il nome di "Tavola della Pace".
Nella lettera che hai indirizzato il primo marzo ai responsabili della "Tavola" e contenuta una frase molto incoraggiante: "condivido lappello ad un rinnovato impegno della politica per la pace".
Non sono sicuro di aver capito bene la natura dellimpegno a cui ti riferisci, ma le tue parole mi fanno sperare che tu sia favorevole al fatto che le truppe italiane presenti allestero in zone di guerra vadano sostituite (o quantomeno affiancate) da corpi civili di pace in zone di conflitto, per prevenire linnescarsi di spirali di violenza prima che i conflitti latenti degenerino in scontri armati.
Se la mia speranza corrisponde al vero, mi piacerebbe sapere da te quali iniziative concrete hai intenzione di intraprendere per fare in modo che nessun soldato italiano debba mai piu uccidere o morire fuori dal territorio nazionale, e al tempo stesso quali sono le tue proposte a sostegno della sperimentazione di iniziative di Difesa Popolare Nonviolenta nellambito del Servizio Civile Nazionale.
Sai meglio di me che il 18 febbraio 2004 un Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha istituito un Comitato di consulenza per la Difesa Civile non armata e nonviolenta, e quindi sarebbe opportuno cominciare a far fruttare concretamente il denaro pubblico investito in questa iniziativa, passando dalla fase del dibattito allavvio di iniziative concrete e tangibili. Iniziative che sarebbero pionieristiche piu che sperimentali, e trasformerebbero lItalia nel paese piu avanzato del mondo in materia di risoluzione non armata e nonviolenta dei conflitti. Questo potrebbe giovare anche alla vita accademica e scientifica del Paese, perche tutto il mondo sarebbe costretto a guardare allItalia e alle sue iniziative per cercare di capire e risolvere quelle situazioni che non possono essere risolte con un invio di truppe armate.
Tu parli dellurgenza di costruire una "Comunita Aperta" facendo riferimento ad Aldo Capitini, ma Capitini sognava anche una "religione aperta". Mi piacerebbe sapere come pensi di conciliare con lesigenza di aprirsi ad altre religioni e culture, sempre piu presenti nel territorio italiano, con la presenza nel Partito Democratico di una significativa componente che non e "solo" cristiana o cattolica, come possono esserlo le comunita cristiane di Base o gli scout dellAgesci, da sempre portatori di una cultura di Pace.
Mi riferisco a quei parlamentari ed esponenti del PD chiaramente ed apertamente ortodossi con la visione della societa e dei rapporti tra lo stato e i cittadini promossa da quelle gerarchie ecclesiastiche del Vaticano che hanno scelto di affidare il generale Augusto Pinochet al giudizio insondabile di Dio con un funerale religioso, ma hanno condannato Piergiorgio Welby, al giudizio sprezzante degli uomini di chiesa rifiutando alla sua famiglia qualunque tipo di cerimonia. Come pensi di mantenere di fronte a queste posizioni, che hanno avuto una risonanza profonda in Parlamento e nel tuo partito, quella tolleranza e quella apertura al dialogo interreligioso che hanno segnato tutto il percorso umano, intellettuale e filosofico di Aldo Capitini?
Nella tua lettera hai fatto riferimento ad Amos Oz nellaffermare che "la parola compromesso e sinonimo di vita". Un concetto ripreso anche da Mohandas Gandhi nellaffermare che "E proprio la mia insistenza sulla verita che mi ha portato ad apprezzare la bellezza del compromesso". Gandhi aggiungeva che "Sono essenzialmente un uomo incline al compromesso perche non sono mai sicuro di essere nel vero", ma i suoi dubbi e la sua accettazione del compromesso non gli hanno impedito di affermare, ad esempio, che "la democrazia occidentale, nelle sue attuali caratteristiche, e una forma diluita di nazismo o di fascismo. Al piu e un paravento per mascherare le tendenze naziste e fasciste dellimperialismo. Perche oggi vi e la guerra, se non per la brama di spartizione delle spoglie del mondo?"
Questo e quello che scriveva Gandhi, un uomo sempre in dubbio e che apprezzava i compromessi, il 18 maggio 1940. Ma nel frattempo le cose sono cambiate, le guerre non le fanno piu i nazisti, ma i partiti democratici come quello di Clinton, e tu hai ricoperto ruoli di responsabilita in un partito "democratico di sinistra" che nel 1999 ha appoggiato quella che e stata definita una "guerra umanitaria".
Per questo motivo vorrei chiederti di attualizzare il pensiero di Gandhi del 1940 spiegandomi se tu oggi pensi che le guerre, umanitarie o meno, si facciano o si possano fare per altre ragioni piu nobili e meritorie di quella "brama di spartizione delle spoglie del mondo" denunciata da Gandhi. In caso di risposta affermativa mi piacerebbe sapere da te quali sono le guerre giuste di cui tu sei a conoscenza, e quali sono stati i loro effetti positivi.
Nella tua lettera hai affermato che "il ritiro dei nostri militari dallIraq, la battaglia per la moratoria della pena di morte e limpegno di pace in Medio Oriente sono ad esempio tra le responsabilita che il centrosinistra al governo ha scelto di assumersi e che oggi noi rivendichiamo con orgoglio".
Ti chiedo quindi se pensi che per il nostro paese sarebbe un orgoglio o una vergogna favorire nelle zone di conflitto una presenza civile non armata e nonviolenta orientata alla cooperazione per lo sviluppo umano, che potrebbe rimpiazzare la presenza militare e armata di soldati italiani in Afghanistan, Albania, Bosnia Erzegovina, Congo, Egitto, Macedonia, Cisgiordania (Hebron), India, Pakistan, Kosovo, Libano, Malta, Marocco, Repubblica di Cipro, Somalia e Sudan.
Questo elenco di paesi e quello che compare sul sito del Ministero della Difesa alla voce "Operazioni in atto". Non credi che possa essere piu utile alla causa della pace se questi soldi (e sono tanti) comparissero nel bilancio del Ministero degli Esteri alla voce "Iniziative di cooperazione internazionale"?
Se non sei daccordo con la visione del "peacekeeping" che ho illustrato finora, potresti spiegarmi in che modo le tue "politiche di Pace" si distingueranno dallagenda politica degli altri partiti? Per la riduzione delle spese militari? Non credo, visto che finora anche i governi di centrosinistra le hanno aumentate. Per la riconversione dellindustria bellica e il blocco del commercio di armi verso paesi che violano i diritti umani? Improbabile, visto che Romano Prodi ha dichiarato di voler rompere lembargo con la Cina per consentire di vendere anche a loro armi europee, e nel frattempo tutti i progetti e le agenzie di riconversione delle nostre industrie belliche sono ormai coperti da strati decennali di polvere. Allora, caro Walter, quali sono le politiche di pace che hai in mente? Che cosa "si puo fare" per far valere il diritto internazionale in un mondo che cerca giustizia con le armi?
Nella tua lettera alla Tavola della Pace hai scritto che "La politica deve parlare a questa comunita con chiarezza, deve ascoltare e poi deve saper offire risposte". La cosa mi fa piacere, perche questa affermazione mi fa sperare che queste ed altre domande cruciali, da sempre nellagenda dei movimenti per la pace, possano trovare finalmente una risposta.
Il fatto che i nodi critici delle politiche di pace siano stati elusi da sempre nelle stanze dei partiti non e una semplice impressione: per rendersene conto basta leggere quello che ho scritto il 14 dicembre 1999, quando anche il tuo collega di partito Massimo DAlema ha voluto incontrare i responsabili della Tavola della Pace a pochi mesi dalla conclusione della "guerra umanitaria" della NATO. Queste richieste, che non sono mie invenzioni, ma aspirazioni comuni a tutti gli amici della nonviolenza, non sono state solo disattese, ma sistematicamente cancellate dal dibattito e dallagenda politica dei partiti. Mi auguro che tu possa fare di meglio.
Ecco qui, caro Walter, alcune delle richieste che i pacifisti e gli amici della nonviolenza gridano al vento da piu di un decennio. Ti assicuro che tutto questo "si puo fare", ed e un ragionevole compromesso tra i tempi lunghi della politica e la fretta di chi sogna un mondo che trova il coraggio necessario per abolire gli eserciti (cosi come hanno gia fatto il Costa Rica e molti altri paesi) per vincere con le armi dello sviluppo umano la guerra della fame che uccide 30mila persone al giorno.
Quello che abbiamo chiesto a DAlema e che chiediamo anche a te e molto semplice:
- Che venga destinata una quota pari allo 0,7% del PIL ad iniziative di cooperazione internazionale per favorire lo sviluppo dei paesi impoveriti, cosi come e previsto dal capitolo 33 dellAgenda 21, il programma dazione per lo sviluppo umano e ambientale concordato dalle Nazioni Unite nel 1992 a Rio de Janeiro in occasione del "Vertice della Terra". Tra i 170 paesi firmatari dell"Agenda 21" ce anche lItalia, che non ha mai raggiunto il tetto minimo fissato a Rio.
- Che il governo italiano legalizzi e tuteli il diritto di obiezione di coscienza alle spese militari, con forme di opzione fiscale che consentano ai cittadini di scegliere se finanziare attraverso le imposte la difesa armata o la difesa non armata. Un impegno in tal senso e gia stato assunto dal governo italiano il 14 aprile 98. Ricordi, Walter? Allepoca tu eri vicepresidente del consiglio, ed e stata approvata una raccomandazione con cui il governo (e quindi anche tu) si e impegnato a "studiare forme per rendere possibile ai cittadini contribuenti, analogamente a quanto previsto per i cittadini sottoposti allobbligo di leva, il diritto soggettivo allobiezione di coscienza, prevedendo forme di finanziamento al servizio civile e alla difesa non armata e nonviolenta previsto dalla nuova legge sullobiezione di coscienza".
- Che nei programmi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado vengano inserite delle attivita di educazione alla Pace e alla Nonviolenza, in ottemperanza ad una risoluzione approvata dallassemblea generale delle Nazioni Unite il 19 novembre 1998, e ignorata da tutti i governi italiani che si sono succeduti a partire da allora. In questa risoluzione il decennio che va dal 2001 al 2010 e stato proclamato "Decennio internazionale per la Cultura della Pace e della Nonviolenza per i bambini del mondo".
- Che si dia reale attuazione ad una attivita continuativa e capillare di monitoraggio e di controllo del commercio, della produzione e dellesportazione delle armi prodotte in Italia e che, in piena ottemperanza alla legge 185/90, non vengano vendute armi ai regimi che violano i diritti umani (es. Colombia, Cina, Turchia, Indonesia).
- Che venga data piena attuazione alla legge 230/98, con riferimento particolare allarticolo 8 della legge, in base al quale lUfficio nazionale per il servizio civile, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha limpegno di "predisporre, dintesa con il Dipartimento per il coordinamento della protezione civile, forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta".
- Che venga rispettata la raccomandazione accolta dalla Camera dei Deputati il 14 aprile 1998, con la quale il governo si e impegnato "a studiare forme atte alla creazione ed alla formazione operativa di un contingente italiano di caschi bianchi" da mettere a disposizione dellONU, un contingente che "potrebbe essere costituito anche da obiettori che lo richiedano".
- Sarebbe inoltre auspicabile la creazione di una commissione permanente di consulta tra il governo e i rappresentanti di tutte le organizzazioni e i movimenti per la Pace, con il compito di verificare lattuazione di questi impegni nazionali ed internazionali, stabiliti sulla carta gia da diversi anni e mai tradotti in azioni concrete.
Quando nel 1999 ho rivolto (invano) queste stesse richieste al tuo amico, compagno e collega Massimo DAlema, ho dimostrato conti alla mano che tutto questo si poteva fare: allepoca sarebbe bastato dirottare sulle politiche di pace il costo di costruzione della portaerei Luigi Einaudi, stimato in 3.500-4.000 miliardi di vecchie lire.
Caro Walter, oggi quei soldi sono gia spariti nelle sabbie mobili di varie leggi finanziarie, ma sono convinto che tu non abbia bisogno di questi suggerimenti contabili per passare allazione. Ti basta sfogliare un attimo il bilancio della spesa militare italiana per scoprire tanti soldi che potrebbero essere spesi meglio, una quantita spropositata di risorse che ti faranno saltare dalla sedia pensando alle politiche di pace che ti ho illustrato in questa lettera, per gridare con entusiasmo "si puo fare !!!"
In attesa di una tua gentile risposta, colgo loccasione per porgerti i miei piu cordiali saluti.
Carlo Gubitosa Associazione PeaceLink
Mercoledì, 05 marzo 2008
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