Lopinione - Né con il Grillo, né con il Gatto e la Volpe
I partiti e i (nuovi) arrivati ed arrivisti
di Lucio Garofalo
Tutti conoscono (magari solo vagamente, per averla ascoltata, letta e studiata a scuola, o semplicemente vista al cinema o in televisione) la storia de Le Avventure di Pinocchio, la celebre fiaba inventata dallestro creativo di Carlo Lorenzini (questo era il suo casato iscritto allanagrafe), in arte Carlo Collodi. Sarà che io non ho mai ammirato il noioso ed invadente personaggio del Grillo (s)Parlante, profilo allegorico di tutti i perversi moralisti e i bacchettoni che si ergono a difesa dellordine costituito, di tutti i falsi e pedanti predicatori, paladini del buon costume, sempre pronti a sentenziare, a dispensare consigli al prossimo, ad impartire norme e precetti che loro sono i primi a violare. Né ho mai amato e stimato il ritratto dello stesso Pinocchio (tanto caro a Roberto Benigni), un tipo ingenuo e facilmente influenzabile, emblema di tutti gli sciocchi zimbelli e i burattini in genere. Tanto meno ho apprezzato la maschera di Mangiafoco, crudele metafora dei burattinai, degli aguzzini e dei carcerieri del sistema. Parimenti ho detestato e disprezzato quei birboni e farabutti che sono il Gatto e la Volpe, divertente allegoria dei numerosi imbroglioni, furfanti e mascalzoni in circolazione, sempre pronti a raggirare e derubare gli sprovveduti, anchessi vaganti in gran copia. E ancor meno ho gradito il gendarmi, i codini e i forcaioli di ogni tempo, diffusi in ogni angolo del mondo. Invece, ho sempre preferito e seguito il ritratto allegro e strepitoso di Lucignolo, effigie simbolica dei giovani ribelli e disobbedienti, inguaribili sognatori, figura tipica dellanarchico utopista e anticonformista, alleterna ricerca della libertà e della felicità inseguite nellimmaginario ed onirico "Paese dei balocchi"... Sarà anche per questo (ed altro ancora), ma francamente non riesco a nutrire una sincera simpatia verso il comico-mitico-arcicarismatico-sclerotico-leader-antipolitico-né-di-destra-né-di-sinistra Beppe Grillo. E ancor meno provo attrazione verso quellambiguo ed enigmatico-magmatico-paradigmatico-pragmatico-programmatico movimento che i mass-media hanno già battezzato con il nome (davvero originale e fantasioso, eh eh eh!) di "grillismo". Certo, anchio avverto un moto istintivo e irrefrenabile di avversione-repulsione-rabbia e disprezzo nei confronti di un sistema pseudopolitico sempre più laido, corrotto ed affarista, nel quale i (presunti) furbetti, impostori e ciarlatani, i peggiori carrieristi e gli arrivisti più cinici e spregiudicati la fanno da padroni assoluti e incontrastati. Per non dire cose peggiori... Comprendo (anzi, mi meraviglio che non sia sopraggiunta ancor prima) londata di rigetto, di protesta e sdegno popolare, che si è manifestata in modo dilagante in occasione del V-Day (guarda i video linkati in basso), il mega-evento-nel-vento-mamma-mia-che-spavento, svoltosi lo scorso 8 settembre (data storica scelta non a caso) a Bologna e in altre città italiane, con collegamenti in alcune postazioni allestero. Fidando e attingendo nella memoria storica collettiva e nellesperienza diretta, ho sempre coltivato e mantenuto una profonda, legittima diffidenza verso i movimenti di questo tipo, sebbene mi sforzi di comprendere e spiegare le cause che li producono. In passato, abbiamo già conosciuto altre manifestazioni e movimenti (ben più vasti e potenti) di rigetto antipartitocratico-antiburocratico-antiaristocratico-antiplutocratico-antidogmatico-ecc. Abbiamo assistito ad altri "fenomeni" del genere, quali: quasi allindomani della seconda guerra mondiale e nel pieno svolgimento del clima ancora infiammato della guerra civile scatenata dallinsanabile contrasto tra il fascismo e la Resistenza partigiana, apparve il Fronte dellUomo Qualunque , fondato a Roma nel 1944 dal commediografo, giornalista e (guarda caso) uomo di spettacolo Guglielmo Giannini; successivamente si affacciarono i Radicali liberi(sti) di Marco Pannella ed Emma Bonino, veri cani da guardia dellultraliberismo capitalistico-massonico-mafioso di stampo anglosassone; molti anni dopo (in)sorse la Lega Nord-Sud-Est-Ovest del pagliaccio-sovversivo-pistolero-bandito-e-fuorilegge Umberto Boss-i, dei vari Castelli (di sabbia), dei Maroni (rotti) & soci cabarettisti-disfattisti-lucio-battisti (su tutti vorrei citare il grande showman e capocomico della compagnia, lex ministro-clown Roberto Calderoli). Insomma, lelenco è ben nutrito. Tutti i suddetti movimenti, (in)sorti con premesse più o meno analoghe, mossi da ispirazioni e motivazioni abbastanza affini, sono infine approdati al medesimo sbocco finale: inserirsi nellalveo della tanto agognata-accerchiata-blindata-ristretta-maledetta Casta partitocratica. Infine, rammento che lo stesso Cavaliere (rossonero) Silvio Berlusconi-Dux-in-fundo si presentò in illo tempore con le fattezze del "nuovo che avanza", quale monumento simbolico dellAntipolitica. Egli seppe interpretare ed incarnare in modo magistrale il diffuso malcontento popolare diretto contro i partiti, cavalcando abilmente londa (anomala) sentimentale dellAntipolitica, ergendosi ad emblema e paladino dellAntisistema e della battaglia antipartitocratica, per poi diventare lesponente negativo per eccellenza del potere (bi)partitico-istituzionale, oltre che di quello economico-plutocratico e finanziario, nonché del "quarto potere", quello mass-mediatico. Insomma, un superconcentrato di poteri. Di tutti i poteri riassunti nella sua persona divinizzata-demonizzata. Un Dio Uno e Trino? Macché, Uno e Quartino (o Quintino)! Insomma, un vero superman-straUnto-del-Monsignore... Tuttavia, mi chiedo se tali accostamenti storici possano davvero servire ad inquadrare e comprendere fino in fondo un movimento che per certi versi risulta "inedito", quantomeno perché generatosi attraverso la rete web. Certo, gli stereotipi e i pregiudizi ideologici incombono sempre, annidati (come avvoltoi) dietro langolo-concavo-convesso-piatto-giro-ottusangolo, pronti ad emergere nelle menti conformiste-trasformiste aduse a ragionare mediante facili categorie convenzionali. Dunque, prima di esprimere giudizi affrettati ed errati, occorrerebbe capire ed afferrare le radici più oscure e profonde del fenomeno. Un fenomeno storicamente determinato (e su questo non possono esserci dubbi) dalla grave crisi di consensi e credibilità in cui versa da tempo lapparato del potere politico (ri)costituitosi in Italia dopo la "bufera" politico-giudiziaria di Tangentopoli che investì i partiti della Prima Repubblica durante la prima metà degli anni 90. Un fenomeno le cui radici probabilmente affondano in eventi risalenti in parte a tempi abbastanza remoti (mi riferisco alla demolizione per via giudiziaria della Prima Repubblica e alla nascita della Seconda, tramite riciclaggio e ri-conversione dei rifiuti e degli scarti politici: si pensi ai vari Casini, Mastella e Rutelli, ossia ai portaborse e ai "delfini" dei Forlani, De Mita e degli altri pezzi da novanta del ceto politico legato al Pentapartito), in parte a momenti e ad esperienze a noi più recenti. Ma il parallelismo che mi pare più logico e scontato (che sovviene spontaneo e inevitabile), indubbiamente corretto dal punto di vista storico-politico, è quello con il "leghismo", di cui il "grillismo" si configura come il più degno erede, ancorché in una versione inedita di "sinistra", vale a dire come un revival delle istanze forcaiole e leghiste sorte negli anni 80 e 90, spostate e proiettate a "sinistra", in quanto adottate da una piazza popolare che è orientata prevalentemente a "sinistra", vale a dire collocata nellarea della "sinistra scontenta e delusa" dal governo in carica. In tal senso, se posso azzardare unaudace definizione, il "grillismo" si rappresenta come una sorta di "leghismo di sinistra", ovvero un "leghismo di marca girotondista". Ma qui vorrei soffermarmi per invitarvi a riflettere meglio su un punto. Il massiccio movimento di protesta che Grillo è riuscito a radunare e catalizzare attorno a sé, benché possa pretendere di aver ragione, accampando una serie di giuste rivendicazioni e motivazioni contro un (a)ceto politico assolutamente inadempiente, inetto, corrotto, inadeguato ed inefficiente (ma, aggiungo io, servile e subalterno rispetto ai poteri forti), tuttavia non riesce ad occultare e camuffare la sua vera natura autoritaria-codina-reazionaria, moralista-inquisitoria-poliziesca, populista-qualunquista e (s)fascista. Mi spiego meglio facendo un esplicito richiamo a quellipotesi di riforma che è diventata il principale cavallo di battaglia del movimento "grillista". Mi riferisco esattamente al disegno di legge popolare articolato in tre punti per un “Parlamento Pulito”. I tre punti della proposta sono: Lucio Garofalo Domenica, 23 settembre 2007 |