Mentre lItalia assiste con notevole sconcerto al metodo personalistioco di legiferare, da parte del presidente del
consiglio, diventa urgente provvedere al recupero di immagine.
Ci sono taluni provvedimenti che potrebbero essere discussi e assunti con la condivisione della minoranza, ma il cavaliere
preferisce incalzare sulle prerogative personali che non sulle esigenze nazionali. Londa lunga, per ora, mette a riparo da
disastri elettorali, ma non durerà in eterno; quando gli elettori si sveglieranno dalla ipnosi, vedranno il vero volto del
cavaliere, e si profilerà il disastro, quanto meno elettorale, di consensi e di sondaggi. Ecco che, puntuale come una
eclissi prevista da secoli, spunta nellorizzonte politico la minaccia di Al Quaeda che veste il presidente di un alone di
eroismo e di vittimismo, utilissimo al recupero di una faccia che ha difficoltà a presentarsi in pubblico. Ma per rendersi
credibile non può essere una minaccia "ad personam" il giochetto sarebbe ancora più chiaro e lampante; viene inserito nella
minaccia (Berlusconi e Magdi Allam sono morti che camminano) il neo-convertito Cristiano. E sta qui lerrore formale che
tradisce lespediente, pieno di buona volontà, messo in atto dai cervelloni dellimmagine del cavaliere.
Linclusione di Allam non centra niente, perchè lIslam (tranne pochissimi esaltati) non prende neanche in considerazione
lo squallore del personaggio.
Con la sua conversione-spettacolo ha mortificato il cristianesimo, esaltando lIslam che maniene serietà di intenti. La
collaborazione, addirittura, del pontefice, in quella messinscena mediatica, ha coinvolto nella spettacolarizzazione anche
le gerarchie della Chiesa, a discapito del rigore religioso.
Qualè la conclusione ?
Smettetela di scrivervi minacce, lislam non programmerà mai vendette che creano martiri, neanche con lancio di coriandoli
carnascialeschi.
Lombra di Bin Laden, poi, se ne sta al sicuro sotto lombrello della casa Bianca. Rosario Amico Roxas
Mercoledì, 18 giugno 2008
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