Lo stravolgimento dei valori insiti nelluomo ha modificato tutta larchitettura dello sviluppo umano,
confinandola dentro un mondo materiale, a senso unico, che ha inglobato nei suoi ingranaggi anche le coscienze.
In questa nuova architettura cè una frattura verticale che separa il mondo Occidentale, che dello sviluppo tecnologico ha
fatto il fulcro della sua storia contemporanea, dal resto del mondo; dalla parte occidentale cè una società massificata,
dedita al capitalismo più sfrenato, in grado di condizionare lautonomia dellindividuo; dallaltra parte il resto del
mondo, che non riesce a percepire di essere diventato ostaggio della prima in una corsa insensata verso il progresso,
identificato esclusivamente con il progresso della tecnologia. La società occidentale capitalistica ha ridotto ogni valore a merce di scambio, a bene di consumo, con le leggi
delleconomia e del profitto che vengono privilegiate nei confronti delle leggi della natura, della pacifica convivenza e
della solidarietà fra tutti i popoli.
Le idee e, quindi, le ideologie, hanno perso il loro peso sulla coscienza, sostituite con lanti-idea della modernità; una
modernità che ha colpito al cuore le coscienze, iniettando una fede cieca in una tipologia di ragione che, pretendendo di
rendere gli uomini padroni di sé e della natura, li ha precipitati in un baratro irrazionale. La conoscenza scientifica si
è ridotta ad una mera ricerca quantitativa, molto attenta alla correttezza formale, ma non ai contenuti, diventando, così,
uno strumento della società capitalistica, che ha incarcerato nei suoi ingranaggi le coscienze e con esse lo sviluppo della
centralità delluomo.
La frattura verticale della nuova architettura dello sviluppo si aggrava ulteriormente, in quanto inizia il percorso con
lesercitare il dominio delluomo sulla natura, ma sfocia, ineluttabilmente, nella volontà di dominio delluomo sulluomo,
della struttura sociale sulla struttura individuale.
Anche la cultura ha smarrito la sua autonomia e si è trasformata in
una "industria culturale", che sfrutta ogni bene solo a fini commerciali e soffoca ogni libertà di scelta e di analisi
individuale; prevale la dittatura del pragmatismo capitalistico, che dà valore solo a ciò che ha successo commerciale.
Lalternativa all "industria culturale", che stratifica ogni manifestazione culturale in una categoria omogenea e
acritica, resta il Nuovo Umanesimo, testimone dellesistenza, nel cuore degli uomini, di qualcosa che non si può piegare
alla "volontà di potenza" del mondo capitalistico, di qualcosa che è sopravvissuto alla stratificazione massificante degli
interessi materiali. Nel nuovo liberismo materialistico tutto è mercato e tutto avviene in funzione del mercato; tutto si
compra e tutto è in vendita. I bisogni vengono alterati in funzione della produzione, cos’ non si produce in funzione della
domanda e delle necessita, ma la domanda viene pilotato in funzione del maggior utile. Gli antichi valori che hanno pilotato il mondo vengono relegati nella soffitta della coscienza; categorie umane come la
solidarietà, l’amicizia, la com-passione, non si trovano nelle bancarelle neo-liberali, perché è merce deperibile e non si
trovano più venditori. Rosario Amico Roxas(raroxas@tele2.it)
Venerdì, 18 gennaio 2008
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