Politica
CHI HA UCCISO PRODI?

di Vincenzo Lombardo

COME in tutti i delitti eccellenti,quelli non causati da raptus di follia improvvisa, ma frutto di una pianificazione sapiente e studiata nei minimi dettagli, nel delitto Prodi ci sono dei mandanti e dei sicari.
Al di là delle ovvie costatazioni che portano ad individuare in Dini e Mastella- e loro bravi- i due sicari rei confessi, non sarebbe male fare uno sforzo di immaginazione per cercare di capire chi siano i loro mandanti, i veri responsabili dell’ennesima porcata che si consuma in questo paese della monnezza.

Giova al riguardo tenere presenti due sfaccettature del più generale contesto in cui il crimine è stato commesso.
Non vi è dubbio che le due questioni che hanno tenuto in fibrillazione il mondo politico e sindacale, sindacati dei lavoratori e sindacati dei datori di lavoro, sono stati la redistribuzione del reddito, aumento salariale e delle pensioni, e la legge elettorale.
Sulla prima questione era in corso un confronto- termine tecnico "verifica"- nell’ambito del governo per vedere come procedere ad un risarciemnto sociale verso le categorie che avevano pagato il prezzo maggiore per il risanamento del debito pubblico del paese, nello stesso periodo in cui le imprese avevano goduto di agevolazioni ires e cunei fiscali vari. Nel momento in cui il governo annunciava che sarebbe intervenuto per agevolare i salari, ad esempio con una riduzione fiscale, si è alzata alta e feroce la voce del brutale cospo, l’ibrido cannibale figlio dell’incrocio tra il cobra e il rospo, alias Dini, che ha fatto sapere ai quatro venti che lui e suoi bravi non avrebbero votato i provvedimenti del governo. Il Luca Cordero di Montezemolo batteva lo stesso tasto, con fare più soft nei toni e più garbato nei modi, ma ugualmente feroce nella sostanza. Mai, mai, le imprese non avrebbero potuto sostenere il peso di oneri derivanti da aumenti contrattuali, anzi avevano bisogno di altri sussidi pubblici e di altro trasferimento di ricchezza dal lavoro al capitale per fronteggiare la competizione. Perciò il governo Prodi non andava più bene.
Sull’altro versante, quello della legge elettorale, c’era Veltroni che fremeva per sbarazzarsi di tanti rompicoglioni che non gli permettevano di gestire la cosa pubblica secondo la sua superiore visione, superiore perchè ispirata dall’alto. I credenti si tranquillizzino: non c’entra la divina provvidenza, c’entra molto il sistema americano.
Sempre alto è! Ed ispratore.
Mastella, di professione rompiballe, ebbe a dichiarare, molto tempo prima delle vicende giudiziarie sua e della moglie, che egli non avrebbe partecipato alle riunioni del consiglio dei ministri perchè aveva difficoltà e sedere accanto a degli alleati che tentavano di eliminarlo per via elettorale. Era la fase in cui impazzava il toto legge elettorale, con Veltroni che sparava una proposta al giorno, tutte miranti ad inrodurre un sistema paramaggioritario, finalizzato ad escludere non solo dal governo ma dallo stesso parlamento chi non la pensasse come lui o il suo alter ego Silvio. Non è un caso che egli si è rivolto al moribondo Silvio, seppellendo al suo posto il povero Vannino Chiti, suo compagno di partito e membro del governo, che aveva presentato una proposta di modifica elettorale decente, simile a quella per le elezioni regionali, che godeva di largo seguito fra le forze parlamentari.
Oggettivamente Veltroni è stato il vero destabilizzatore del governo. Quando poi si è accorto di averla fatta grossa, ha implorato il suo amico Silvio di fare, prima di andare al voto, quella legge elettorale su cui si era dimostrato d’accordo. Ora, tutto si può dire di Silvio, tranne che sia un fesso. Uno che vede l’avversario KO, difficilemnte si inginocchia per prestargli soccorso, specie poi se egli è un navigato caimano guidato dall’istinto primordiale "mors tua vita mea".
Ed allora rivedendo il film della fine ingloriosa di Prodi mi vengono in mente quelle immagini dei delitti di mafia in cui i mandanti stanno seduti nei salotti bene, fumando sigari e sgranocchiando salatini, mentre i killer compiono il lavoro sporco.
Per recitare a perfezione il ruolo i due amici hanno solo bisogno di un paio di baffi e di un pò di pomata nei capelli. ASSASSINI POLITICI!



Mercoledì, 06 febbraio 2008