[Da Carla Lonzi, Sputiamo su Hegel. La donna clitoridea e la donna vaginale, Rivolta Femminile, Milano 1974, poi Gammalibri, Milano 1982, pp. 13-22, riprendiamo il manifesto di "Rivolta Femminile" del luglio 1970, uno dei testi fondamentali della riflessione femminista in Italia. Carla Lonzi e stata unacutissima intellettuale femminista, nata a Firenze nel 1931 e deceduta a Milano nel 1982, critica darte, fondatrice del gruppo di Rivolta Femminile. Opere di Carla Lonzi: Sputiamo su Hegel, Scritti di Rivolta Femminile, Milano 1974, poi Gammalibri, Milano 1982; Taci, anzi parla. Diario di una femminista, Scritti di Rivolta Femminile, Milano 1978; Scacco ragionato, Scritti di Rivolta Femminile, Milano 1985. Opere su Carla Lonzi: Maria Luisa Boccia, Lio in rivolta. Vissuto e pensiero di Carla Lonzi, La Tartaruga, Milano 1990]
"Le donne saranno sempre divise le une dalle altre? Non formeranno mai un corpo unico?" (Olympe de Gouges, 1791)
La donna non va definita in rapporto alluomo. Su questa coscienza si fondano tanto la nostra lotta quanto la nostra liberta.
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Luomo non e il modello a cui adeguare il processo di scoperta di se da parte della donna.
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La donna e laltro rispetto alluomo. Luomo e laltro rispetto alla donna. Luguaglianza e un tentativo ideologico per asservire la donna a piu alti livelli.
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Identificare la donna alluomo significa annullare lultima via di liberazione.
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Liberarsi per la donna non vuol dire accettare la stessa vita delluomo perche e invivibile, ma esprimere il suo senso dellesistenza.
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La donna come soggetto non rifiuta luomo come soggetto, ma lo rifiuta come ruolo assoluto. Nella vita sociale lo rifiuta come ruolo autoritario.
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Finora il mito della complementarieta e stato usato dalluomo per giustificare il proprio potere.
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Le donne son persuase fin dallinfanzia a non prendere decisioni e a dipendere da persona "capace" e "responsabile": il padre, il marito, il fratello...
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Limmagine femminile con cui luomo ha interpretato la donna e stata una sua invenzione.
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Verginita, castita, fedelta, non sono virtu; ma vincoli per costruire e mantenere la famiglia. Lonore ne e la conseguente codificazione repressiva.
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Nel matrimonio la donna, privata dal suo nome, perde la sua identita significando il passaggio di proprieta che e avvenuto tra il padre di lei e il marito.
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Chi genera non ha la facolta di attribuire ai figli il proprio nome: il diritto della donna e stato ambito da altri di cui e diventato il privilegio.
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Ci costringono a rivendicare levidenza di un fatto naturale.
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Riconosciamo nel matrimonio listituzione che ha subordinato la donna al destino maschile. Siamo contro il matrimonio.
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Il divorzio e un innesto di matrimoni da cui listituzione esce rafforzata.
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La trasmissione della vita, il rispetto della vita, il senso della vita sono esperienza intensa della donna e valori che lei rivendica.
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Il primo elemento di rancore della donna verso la societa sta nellessere costretta ad affrontare la maternita come un aut-aut.
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Denunciamo lo snaturamento di una maternita pagata al prezzo dellesclusione.
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La negazione della liberta daborto rientra nel veto globale che viene fatto allautonomia della donna.
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Non vogliamo pensare alla maternita tutta la vita e continuare ad essere inconsci strumenti del potere patriarcale.
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La donna e stufa di allevare un figlio che le diventera un cattivo amante.
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In una liberta che si sente di affrontare, la donna libera anche il figlio e il figlio e lumanita.
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In tutte le forme di convivenza, alimentare, pulire, accudire e ogni momento del vivere quotidiano devono essere gesti reciproci.
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Per educazione e per mimesi luomo e la donna sono gia nei ruoli della primissima infanzia.
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Riconosciamo il carattere mistificatorio di tutte le ideologie perche attraverso le forme ragionate di potere (teologico, morale, filosofico, politico) hanno costretto lumanita a una condizione inautentica, oppressa e consenziente.
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Dietro ogni ideologia noi intravediamo la gerarchia dei sessi.
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Non vogliamo dora in poi tra noi e il mondo nessuno schermo.
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Il femminismo e stato il primo momento politico di critica storica alla famiglia e alla societa.
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Unifichiamo le situazioni e gli episodi dellesperienza storica femminista: in essa la donna si e manifestata interrompendo per la prima volta il monologo della civilta patriarcale.
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Noi identifichiamo nel lavoro domestico non retribuito la prestazione che permette al capitalismo, privato e di stato, di sussistere.
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Permetteremo quello che di continuo si ripete al termine di ogni rivoluzione popolare quando la donna, che ha combattuto insieme con gli altri, si trova messa da parte con tutti i suoi problemi?
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Detestiamo i meccanismi della competitivita e il ricatto che viene esercitato nel mondo dalla egemonia dellefficienza. Noi vogliamo mettere la nostra capacita lavorativa a disposizione di una societa che ne sia immunizzata.
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La guerra e stata da sempre lattivita specifica del maschio e il suo modello di comportamento virile.
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La parita di retribuzione e un nostro diritto, ma la nostra oppressione e unaltra cosa. Ci basta la parita salariale quando abbiamo gia sulle spalle ore di lavoro domestico?
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Riesaminiamo gli apporti creativi della donna alla comunita e sfatiamo il mito della sua laboriosita sussidiaria.
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Dare alto valore ai momenti "improduttivi" e unestensione di vita proposta dalla donna.
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Chi ha il potere afferma: "Fa parte dellerotismo amare un essere inferiore". Mantenere lo "status quo" e dunque un suo atto damore.
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Accogliamo la libera sessualita in tutte le sue forme, perche abbiamo smesso di considerare la frigidita unalternativa onorevole.
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Continuare a regolamentare la vita fra i sessi e una necessita del potere; lunica scelta soddisfacente e un rapporto libero.
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Sono un diritto dei bambini e degli adolescenti la curiosita e i giochi sessuali.
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Abbiamo guardato per 4.000 anni: adesso abbiamo visto!
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Alle nostre spalle sta lapoteosi della millenaria supremazia maschile. Le religioni istituzionalizzate ne sono state il piu fermo piedistallo. E il concetto di "genio" ne ha costituito lirraggiungibile gradino.
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La donna ha avuto lesperienza di vedere ogni giorno distrutto quello che faceva.
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Consideriamo incompleta una storia che si e costituita sulle tracce non deperibili.
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Nulla o male e stato tramandato dalla presenza della donna: sta a noi riscoprirla per sapere la verita.
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La civilta ci ha definite inferiori, la chiesa ci ha chiamate sesso, la psicanalisi ci ha tradite, il marxismo ci ha vendute alla rivoluzione ipotetica.
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Chiediamo referenze di millenni di pensiero filosofico che ha teorizzato linferiorita della donna.
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Della grande umiliazione che il mondo patriarcale ci ha imposto noi consideriamo responsabili i sistematici del pensiero: essi hanno mantenuto il principio della donna come essere aggiuntivo per la riproduzione dellumanita, legame con la divinita o soglia del mondo animale; sfera privata e "pietas". Hanno giustificato nella metafisica cio che era ingiusto e atroce nella vita della donna.
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Sputiamo su Hegel.
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La dialettica servo-padrone e una regolazione di conti tra collettivi di uomini: essa non prevede la liberazione della donna, il grande oppresso della civilta patriarcale.
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La lotta di classe, come teoria di classe sviluppata dalla dialettica servo-padrone, ugualmente esclude la donna. Noi rimettiamo in discussione il socialismo e la dittatura del proletariato.
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Non riconoscendosi nella cultura maschile, la donna le toglie lillusione delluniversalita.
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Luomo ha sempre parlato a nome del genere umano, ma meta della popolazione terrestre lo accusa ora di aver sublimato una mutilazione.
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La forza delluomo e nel suo identificarsi con la cultura, la nostra nel rifiutarla.
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Dopo questo atto di coscienza luomo sara distinto dalla donna e dovra ascoltare da lei tutto quello che la concerne.
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Non saltera il mondo se luomo non avra piu lequilibrio psicologico basato sulla nostra sottomissione.
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Nella cocente realta di un universo che non ha mai svelato i suoi segreti, noi togliamo molto del credito dato agli accanimenti della cultura. Vogliamo essere allaltezza di un universo senza risposte.
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Noi cerchiamo lautenticita del gesto di rivolta e non la sacrificheremo ne allorganizzazione ne al proselitismo.
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Comunichiamo solo con donne.
Roma, luglio 1970
Tratto da NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE ============= Supplemento settimanale del giovedi de LA NONVIOLENZA E IN CAMMINO
Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 13 del 26 maggio 2005
Luned́, 30 maggio 2005
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