Mi sono divertita ad andare su Wikipedia (enciclopedia mondiale on-line) per rendermi conto di quale fosse la descrizione “ufficiale” di questa pseudo-festività. Ho trovato anche limmagine del fiore che rappresenta questa giornata. Acacia dealbata, banalmente mimosa. Questa la definizione che ho trovato: “La Giornata Internazionale della Donna, comunemente però definita Festa della Donna è un giorno di celebrazione per le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne ed è una festività internazionale celebrata in diversi paesi del mondo occidentale l8 marzo. L8 marzo era originariamente una giornata di lotta, specialmente nellambito delle associazioni femministe: il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli. Tuttavia nel corso degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po sfumando, lasciando il posto ad una ricorrenza caratterizzata anche - se non soprattutto - da connotati di carattere commerciale e politico”. Mi sono interrogata da sempre sul reale significato di questa giornata, e, per quanto mi sia sforzata nel trovarne uno veramente sensato, credo di non essere portata per questo genere di cose. Certamente non intendo sminuire quella che sembra essere lorigine storica di questa festa. Mi riferisco ai fatti avvenuti a New York nella fabbrica tessile Cotton nel 1908, quando un gruppo di operaie hanno scioperato per protestare contro le condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero proseguì per diversi giorni finché l8 marzo Mr. Johnson, il proprietario della fabbrica, bloccò tutte le vie di uscita. Poi allo stabilimento venne appiccato il fuoco (alcune fonti parlano di un incendio accidentale). Le 129 operaie prigioniere allinterno non ebbero scampo. Il fatto è che creare una situazione in cui si festeggia di fatto una appartenenza ad un genere, non mi esalta. Sarebbe come festeggiare quelli che hanno gli occhi verdi, o quelli che hanno i capelli ricci. Non so… sono perplessa. Mi piacerebbe una festa che vedesse trionfare lessere umano, uomo o donna che sia. Se ci ostiniamo a fare distinzioni, perpetuiamo un concetto di umanità divisa in settori. Uomo vs. donna, ricco vs. povero, credente vs. non credente, ecc. Ed io sto cercando di imparare a considerare lumanità tutta intera. Allo stesso modo mi stupisco che nelle parrocchie ci sia la pastorale giovanile, lincontro per i fidanzati, quello per le famiglie; poi cè la messa degli scout, quella per gli anziani… e via dicendo. Sono certa che nelle prime comunità cristiane non ci fossero queste distinzioni. Daltronde, a mio parere, è essenziale che i giovani imparino a stare accanto agli anziani, che i fidanzati frequentino le famiglie, cioè intravedano di fatto il loro futuro, e che la comunità si riunisca in un momento di aggregazione unico. Mi rattrista girare per le strade la sera dell8 marzo e vedere locali pieni di nugoli di ragazze, ma anche di donne adulte, che approfittano delloccasione per godersi “lora daria”. Per contro, ci sono i gruppi di ragazzotti che, consapevoli che luniverso femminile quella sera è in fermento, si imbellettano e vanno a caccia. Non mi piace. Sguardi che soppesano laltro come carne esposta in una macelleria, quali di queste donne è la più appetibile? Credo che, davanti a questo, non ci sia nulla da festeggiare. L8 marzo per me è una giornata come le altre… anzi no. Ricorre lanniversario della morte di mia madre e, con la mia famiglia, ci riuniamo attorno allEucaristia, che certamente non è una sorta di suffragio per supplicare Dio di accogliere unanima e farla transumare in fretta da un fantomatico purgatorio, ma ritrovarsi insieme nel ricordo di una DONNA, mia madre.
Tratto dal sito www.donne-cosi.org
Mercoledì, 05 marzo 2008
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