Egregio Direttore Giovanni Sarubbi, mi chiamo Luigino Scricciolo, autore del Diario “20 anni in attesa di giustizia”, pubblicato dalle Editrice Memori
(www.memori.it), nel quale ripercorro la mia vicenda umana e giudiziaria. Come Lei ricorderà all’inizio degli anni ’80 fui
arrestato con accuse terribili (partecipazione esterna al terrorismo, tentativo di spionaggio, ecc.) mentre ricoprivo la
carica di Responsabile esteri della Uil.
La mia esperienza politica, maturata prima nel Movimento poi in Democrazia Proletaria, era fondata sul ripudio della
violenza, sulla solidarietà, sulla difesa dei diritti umani ovunque calpestati. Fui, tra l’altro, l’organizzatore politico
del viaggio di Lech Walesa in Italia. Ma tutto ciò non fu sufficiente ad allontanare da me mandati di cattura, carcerazione
ed istruttoria con il vecchio rito.
La mia vicenda giudiziaria ebbe grande risalto nella stampa e non poteva essere diversamente per le accuse ed il ruolo
svolto nel Sindacato. Naturalmente la mia detenzione (oltre 2 anni in isolamento) mi impediva di far sentire le mie ragioni
e riequilibrare l’informazione. Poi dopo un altro anno agli arresti domiciliari, lentamente ed inesorabilmente il mio caso
finì nell’oblìo.
Quando dopo oltre 20 anni, la Procura di Roma chiuse la istruttoria, fui prosciolto da tutte le accuse. Il proscioglimento
in istruttoria chiudeva il “caso Scricciolo” ma nessuno ne diede notizia. Ed era in qualche modo naturale. Il mio arresto
fu una notizia, il mio proscioglimento in istruttoria era una non-notizia.
Questo mio Diario vuole essere occasione per ricordare la mia vicenda e la sua positiva conclusione. E per rivendicare
quella verità che a lungo è stata negata.
Spero che Lei possa essere interessato a darne notizia e, se vuole, le invierò il libro in omaggio. Colgo l’occasione per porgerLe i miei più cordiali saluti e ringraziarLa per la Sua attenzione. Luigino Scricciolo
Martedì, 22 gennaio 2008
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