Oggi ricorre il cinquantesimo anniversario dellelezione del Card. Angelo Giuseppe Roncalli
a vescovo di Roma. Per la cristianità intera, e in particolare per i cattolici di tutto il
mondo, in quel giorno è iniziato un nuovo corso nella storia del cristianesimo.
Il movimento internazionale "We Are Church", come altri movimenti riformatori interni alla
Chiesa cattolica, partecipa con particolare emozione a questa ricorrenza e ricorda i punti
principali del magistero di Giovanni XXIII:
--lindizione del Concilio Ecumenico Vaticano II permise alle linfe vitali, sotterranee ma
presenti da tempo nel mondo cattolico, di manifestarsi apertamente e da realtà, spesso
anonime e nascoste, esercitare un ruolo significativo nel rinnovamento della Chiesa, unico
nella storia del secondo millennio;
--la Chiesa fu invitata a modificare la sua ottica tradizionale e, nei confronti dei paesi
sottosviluppati, a diventare la Chiesa di tutti e particolarmente la Chiesa dei poveri
perché "le miserie della vita sociale gridano vendetta al cospetto di Dio...e dovere di ogni
uomo, dovere impellente del cristiano, è di considerare il superfluo con la misura delle
necessità altrui" (radiomessaggio dell 11 settembre 1962). Con queste parole Gustavo
Gutierrez ritenne che venisse posta la questione della miseria e dellingiustizia a livello
planetario e lo stesso problema dei processi di indipendenza e di liberazione dei popoli;
-- i cristiani furono invitati a guardare con speranza ai grandi problemi dellumanità: non
più la cultura del sospetto, non più lascolto dei "profeti di sventura" ma limpegno per
"un nuovo ordine di rapporti umani", non più condanne ma una Chiesa che "ritiene di venire
incontro ai bisogni di oggi mostrando la validità della sua dottrina" e che usa "la medicina
della misericordia piuttosto che quella della severità"(discorso dell11 ottobre 1962
allapertura del Concilio). La Chiesa-sottolineava Papa Giovanni- doveva servire luomo in
quanto tale e guardare ai "segni dei tempi" per capire come proporre la sostanza
dellEvangelo, modificando "il rivestimento esterno della sua formulazione" per ritrovare le
radici della propria fede;
--la concezione dellautorità nella Chiesa doveva essere quella di cui parla il Vangelo: non
dominio ma servizio. Bisognava praticare un nuovo modello di fraternità a partire
dallautorità pontificia, valorizzando il ruolo delle Chiese locali, dando una nuova
funzione al clero autoctono nei paesi di missione, riducendo laccentramento curiale e
accettando il pluralismo teologico e il dialogo franco e fraterno allinterno della Chiesa;
--bisognava aprirsi alle altre Chiese cristiane, da sempre lontane dopo le due drammatiche
divisioni con la Chiesa orientale (secolo XI) e nella Chiesa occidentale (secolo XVI). La
Chiesa ortodossa, e le Chiese legate alla Riforma furono invitate, sia pure come ospiti, al
Concilio e ad esse Giovanni XXIII si presentò come episcopus ecclesiae dei, proponendo la
ricerca di ciò che unisce piuttosto di ciò che divide e ponendo in tal modo le basi per un
percorso ecumenico che continua tuttora, anche se con difficoltà.
In questo anniversario gli aderenti ed i simpatizzanti di "Noi Siamo Chiesa" si raccolgono
in preghiera nel ricordo del grande Papa e attendono fiduciosi che la Chiesa cattolica
riprenda ad ispirarsi alle linee che egli ha proposto ed abbandoni la paure e le restrittive
e reticenti interpretazioni che, del Concilio Vaticano II , troppo spesso le gerarchie
ecclesiastiche hanno proposto in questi anni.
Ritorni la speranza, ritorni larmonia nella Chiesa cattolica e lunità nella diversità
riconciliata tra tutte le Chiese cristiane, con lunico scopo di poter meglio proporre il
Vangelo allumanità di oggi.
Roma, 28 ottobre 2008
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Martedì, 28 ottobre 2008
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