Il Sinodo della Chiesa Valdese

di Agenzia NEV del 3-9-2008

Sinodo/1. Si è chiuso il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste
Riconfermata la moderatora Maria Bonafede: “Abbiamo parlato della chiesa che vogliamo essere”

Roma (NEV), 3 settembre 2008 - Il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste, si è concluso a Torre Pellice (TO) venerdì 29 agosto con la riconferma della pastora Maria Bonafede - per il quarto mandato - nella carica di moderatora della Tavola valdese, organo esecutivo delle chiese metodiste e valdesi. All’assemblea - significativo appuntamento del protestantesimo italiano - hanno preso parte 180 membri con diritto di voto (pastori e “laici” in numero uguale), più numerosi ospiti ed osservatori dall’Italia e dall’estero. I lavori si sono svolti sotto la presidenza di Alessandra Trotta, direttora del Centro diaconale “La Noce” di Palermo. Il Sinodo si era aperto domenica 24 agosto con un culto solenne presieduto dal pastore Paolo Ribet, presidente della Fondazione Centro culturale valdese, nonché pastore di Pinerolo (TO).
Nel discorso finale seguito alla sua elezione, la moderatora Bonafede, prendendo spunto da Matteo 7:13-14, (“Entrate per la porta stretta poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta è invece la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano“), ha invitato le chiese valdesi e metodiste a non prendere scorciatoie, a non dare risposte facili, a non sciorinare decaloghi di comportamento. “Una via stretta, perché stiamo discutendo - e con quanta passione lo abbiamo fatto in questo Sinodo - di modelli di chiesa: quando abbiamo parlato di ecclesiologia, di rapporto tra la Cena del Signore ed il battesimo, abbiamo in realtà parlato della chiesa che vogliamo essere, una chiesa nell’agorà, nello spazio aperto, dalle molte voci e dalle molte proposte”. Una chiesa che “sa andare controcorrente, senza rinunciare alla nostra identità di protestantesimo storico e critico”, ma anche “una chiesa più sola del solito”, queste le parole di Maria Bonafede, che ha proseguito: “Accade quando denunciamo la politica della paura, quella politica e quella paura che ci dipingono il prossimo come minaccioso o di intralcio. Siamo oggi qui a dire che l’Evangelo non è paura, anzi la dissipa. L’Evangelo è accoglienza. Respingiamo e combattiamo provvedimenti che ledono i diritti fondamentali. Lo facciamo con convinzione nella certezza che una minoranza come noi siamo, proprio perché segnata da una storia di sofferenze, persecuzioni e discriminazioni, ha il dovere speciale di vigilare su temi come quelli delle libertà individuali e collettive, della laicità e del pluralismo dello Stato”.
Sono stati eletti membri della Tavola valdese: Eugenio Bernardini, vice moderatore; Giovanni Anziani, Adriano Bertolini, Giuseppe Ficara, Daniela Manfrini, Ruggero Mica. Massimo Aquilante è stato riconfermato presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI). Decano della Facoltà valdese di teologia di Roma è il professor Daniele Garrone; vice decano è il professor Yann Rédalié. Presidente della Commissione sinodale per la diaconia (CSD) è Marco Armand Hugon. La diaconia è una parte integrante dell’Unione delle chiese valdesi e metodiste, in quanto espressione della testimonianza cristiana nell’ambito dell’azione sociale.
Il Sinodo si è concluso nel pomeriggio del 29 agosto con un culto liturgico di Santa Cena presso il tempio di Torre Pellice.


Sinodo/2. L’immagine di una chiesa in ascolto del Signore e della società
In apertura la predicazione del pastore Paolo Ribet. Consacrate tre donne al pastorato

Roma (NEV), 3 settembre 2008 - Con un culto solenne, nel quale sono state consacrate tre donne al ministero pastorale, si è aperto il 24 agosto a Torre Pellice (TO), il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste.
“Ascoltiamo il grido muto di Eluana Englaro che chiede di essere lasciata andare via. Ascoltiamo il grido di dolore degli immigrati in balia delle onde nel canale di Sicilia”. Con queste parole il pastore Paolo Ribet ha concluso la predicazione del culto inaugurale. Partendo dal testo di Deuteronomio 6:4-9 - l’antica professione di fede del popolo ebraico che inizia proprio con le parole “Ascolta Israele!” - Ribet ha proposto l’immagine di una chiesa che si pone in ascolto innanzitutto del suo Signore, ma anche della società in cui essa vive.
Se una chiesa vuole avere “una parola che porti pace e salvezza, deve ascoltare il suo Signore. E’ nella sua Parola che puoi trovare la tua parola, è nei suoi progetti che puoi trovare i tuoi progetti. E la risposta ai grandi interrogativi di oggi non può essere né dogmatica né autoritaria ma deve essere aperta al dialogo e fondata sul confronto continuo con la Parola di Dio.”
Non tutti i modi di ascoltare sono però uguali. C’è chi si pone in ascolto della società cavalcandone le paure “dando risposte visibili, che colgono la fantasia, come può essere l’individuazione di un nemico (diverso) e l’invio dell’esercito per le strade contro la criminalità”. Secondo Ribet, queste sono “non risposte” che non “cercano i motivi profondi delle angosce delle persone”. Ascoltare significa invece “aprirsi all’altro, partecipare del suo progetto, creare una nuova cultura tra i popoli e le persone”.
Durante il culto, sono state consacrate tre nuove pastore: Giuseppina Bagnato, Caterina Griffante e Joylin Galapon hanno sottoscritto l’antica confessione di fede del 1655. Il momento più alto della cerimonia di consacrazione è costituito dall’imposizione delle mani di tutti i presenti - pastori e laici - che hanno invocato la benedizione del Signore sui nuovi “ministri della Parola”, come nella tradizione protestante si definiscono i pastori consacrati dalla comunità dei credenti.
Hanno partecipato al culto anche i numerosi ospiti italiani e stranieri, rappresentanti di diverse chiese evangeliche ed organismi ecumenici dell’Europa e degli USA. Quest’anno il tradizionale corteo sinodale fino al tempio valdese è stato accompagnato da un gruppo di trombettieri della Chiesa evangelica del Baden.


Sinodo/3. Giunto il saluto del presidente del Senato Schifani

Roma (NEV), 3 settembre 2008 - Al Sinodo delle chiese valdesi e metodiste tenutosi a Torre Pellice (TO) (24-29 agosto) è arrivato un messaggio di saluto da parte del presidente del Senato Renato Schifani. “I valdesi - ha scritto la seconda carica istituzionale dello Stato - hanno sempre rappresentato, nei lunghi secoli della loro storia, un importante elemento di pluralismo e di libertà, conservando la loro fede e la loro identità anche attraverso sanguinose persecuzioni. La presenza della Chiesa valdese costituisce, nonostante la sua esiguità numerica, una voce attenta ai problemi più complessi della contemporaneità e un interlocutore di grande spessore nella scena politica e sociale nazionale”.
Il presidente del Senato così ha continuato: “Il realismo, l’essenzialità e la profondità che caratterizzano l’approccio dei valdesi nella fede come nella vita destano la mia sincera ammirazione e costituiscono una vera ricchezza per il paese. Queste qualità possono dare ancora tanto alla vita politica nazionale che pure ha conosciuto e conosce l’impegno di importanti membri della vostra chiesa, così ’italiana’ per storia e così garbatamente e utilmente ’straniera’ per impostazione”.


Sinodo/4. Il saluto di mons. Debernardi, rappresentante CEI

Roma (NEV), 3 settembre 2008 - “L’ecumenismo è un cammino per uomini e donne che sanno perseverare e lottare.” E’ quanto ha detto mons. Pier Giorgio Debernardi, vescovo di Pinerolo, nel saluto portato il 26 agosto al Sinodo delle chiese valdesi e metodiste a nome della Conferenza episcopale italiana (CEI).
Debernardi, riflettendo sul dialogo tra i cristiani, ha voluto ricordare che proprio quest’anno ricorre il 50° anniversario dell’elezione papale di Angelo Roncalli - Giovanni XXIII. In questo mezzo secolo, ha commentato Debernardi, “il tempo non è passato inutilmente, lasciando segni di comunione, ma certamente non siamo più come cinquant’anni fa nell’euforia di una fraternità ritrovata. Allora era il tempo del fidanzamento e tutto era letto e visto con l’alfabeto dell’entusiasmo”. Per proseguire sul cammino ecumenico bisogna dunque rimanere saldi in una triplice perseveranza: “Nell’ascolto paziente gli uni degli altri; nel continuare la ricerca e lo studio, coscienti che siamo ancora molto distanti su punti di ecclesiologia e di etica; nel soffrire per quanto non riusciamo a realizzare insieme”. Per questo, parafrasando un’espressione tratta dai Padri del deserto, l’ecumenismo “è la lotta sostenuta dallo Spirito che ci rende capaci di continuare ad ascoltarci”.
Debernardi ha quindi ricordato l’Anno paolino, recentemente inaugurato da Benedetto XVI, e il prossimo Sinodo dei vescovi sulla Parola, indicandoli come eventi che “ci possono aiutare non solo a sentirci più vicini, ma anche a superare inevitabili momenti di scoraggiamento e di crisi”. Debernardi ha concluso con l’augurio che “le chiese valdesi e metodiste possano essere in questa società luce, lievito e sale, perché possa continuare a credere e sperare”. Nell’impegno comune di testimonianza dei cristiani “diventiamo un segno credibile se le nostre chiese mostrano un volto accogliente e ospitale soprattutto nei confronti di tanti fratelli e sorelle che provengono da altri Continenti”.


Sinodo/5. "Migrare non è un crimine"
Preoccupazione per le norme del "pacchetto sicurezza"

Roma (NEV), 3 settembre 2008 - Il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste - Torre Pellice (TO), 24-29 agosto - ha dedicato particolare attenzione ai temi sociali quali le politiche migratorie, i diritti civili e la laicità dello Stato.
Con un ordine del giorno approvato a larghissima maggioranza, il Sinodo ha espresso preoccupazione per le norme contenute nel cosiddetto “pacchetto sicurezza”. Facendo riferimento al testo biblico: “Ero straniero e mi avete accolto... quello che avete fatto a uno di questi ultimi, lo avete fatto a me”, i deputati sinodali hanno denunciato l’idea che l’immigrazione clandestina possa diventare reato. "Vogliamo affermare con forza che migrare non è un crimine", si legge nell’ordine del giorno, dove il Sinodo auspica che "il Governo e il Parlamento del nostro Paese, che ha una tradizione di emigrazione non lontana nel tempo, sappiano rispettare i principi di solidarietà e di tutela dei più deboli già sanciti nella nostra Costituzione”.
In particolare è stata denunciata l’apertura di nuovi CIE (Centro di identificazione e espulsione), ma anche il prolungamento a 18 mesi del cosiddetto "trattenimento" in questi luoghi "in cui sono sospesi i diritti umani". Denunciati anche "gli ostacoli posti alla regolarizzazione di chi sul territorio già vive e lavora, e le restrizioni al ricongiungimento famigliare che faciliterebbe la piena integrazione degli stranieri presenti in Italia".
"Siamo sconcertati per il clima di discriminazione creatosi nei confronti degli immigrati - ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa il pastore Massimo Aquilante, presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI) -. Siamo però convinti - ha proseguito - che le chiese debbano essere una voce a sostegno dei diritti degli immigrati e costituiscano uno spazio nel quale vivere una vera e profonda integrazione”. Aquilante ha inoltre lamentato la mancanza di una legge organica sulla libertà religiosa nel nostro paese: “E’ inaccettabile il fatto che certe persone vengano trattate come se non fossero portatrici di diritti sanciti dalla Costituzione e internazionalmente riconosciuti”.
"Da anni le nostre comunità vivono esperienze di multiculturalità e multietnicità, situazioni in continuo movimento che, certo, rappresentano una sfida, ma arricchente e soprattutto percorribile - ha affermato la pastora Mirella Manocchio durante la conferenza stampa -. Se è possibile l’integrazione degli immigrati nelle nostre comunità evangeliche italiane, allora lo deve essere anche nella società" - ha aggiunto Manocchio, impegnata in prima linea nell’integrazione di ghanesi evangelici nelle città di Udine e Pordenone.


Sinodo/6. Approvato un documento su “Chiesa e società”
Scegliere la vita contro la paura, l’esclusione, la discriminazione

Roma (NEV), 3 settembre 2008 - Il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste riunito a Torre Pellice (TO) (24-29 agosto) ha approvato un ampio documento sul tema del rapporto tra “Chiesa e società”. Il testo, nato da una richiesta delle chiese valdesi e metodiste del Mezzogiorno, è centrato sul tema della scelta per la vita che ogni cristiano è chiamato a compiere. Per i valdesi e i metodisti, scegliere la vita oggi significa schierarsi dalla parte del Signore che “ci ha affrancati affinché fossimo liberi e ci ha insegnato a scorgere nell’altro e nell’altra una sua creatura”, e opporsi a “chi agita la paura dell’altro ed alimenta gli egoismi e le chiusure individualistiche, familistiche, corporative, identitarie … a chi esercita il controllo mafioso del territorio, di ogni attività produttiva, dell’esistenza stessa di milioni di esseri umani; a chi occupa le istituzioni democratiche per asservirle alla tutela di interessi privati”. Scegliere la vita - afferma ancora il testo votato dal Sinodo - significa decidere se stare dalla parte di chi fa della Parola di Dio “uno strumento di discriminazione e di controllo sociale; o dalla parte del Signore della vita che ci ha affrancati affinché fossimo liberi dicendo ’conoscerete la verità e la verità vi farà liberi’”.
In questa prospettiva il Sinodo ha indicato specifici orientamenti alle chiese perché si impegnino per la difesa della Costituzione e dei suoi valori “non negoziabili”, in quanto espressione di un “sempre valido patto di convivenza civile” e promuovano uno sforzo comune al fine di “strappare una generazione alla rassegnazione, al pessimismo, all’indifferenza, all’ignoranza, all’omologazione ai modelli dominanti”. Infine richiama con forza i temi del lavoro come “strumento essenziale di partecipazione sociale e garanzia di dignità ed autonomia dell’individuo” e dell’immigrazione “impegnandosi a una presenza attiva di resistenza e denuncia” sulla base della parola biblica “Non sfruttate né opprimete lo straniero, perché voi stessi siete stati stranieri in Egitto” (Esodo 22, 20).
Il Sinodo ha inoltre approvato all’unanimità un ordine del giorno sull’omosessualità che ribadisce il ripudio dell’omofobia e l’impegno delle chiese verso una piena accettazione delle persone omosessuali. Il Sinodo invita quindi le chiese valdesi e metodiste, in eventuale collaborazione con quelle battiste, a predisporre una commissione di studio sul tema, dopo l’esperienza del Gruppo di lavoro sull’omosessualità (GLOM) istituito nel 2000.


Sinodo/7. “No” all’IRC, “Sì” ad una legge sulla libertà religiosa

Roma (NEV), 3 settembre 2008 - Il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste - Torre Pellice (TO), 24-29 agosto - ha reiterato il suo “no” all’insegnamento della religione cattolica (IRC) nella scuola pubblica. Secondo la stragrande maggioranza dei deputati riuniti nell’aula sinodale di Torre Pellice, l’IRC non avviene “nel rispetto della libertà di coscienza e di religione, del principio di laicità e aconfessionalità dello Stato”. In particolare il Sinodo torna sull’attribuzione del credito scolastico agli alunni che si avvalgono dell’IRC (ordinanza ministeriale n. 30 del 10 marzo 2008, art. 8, commi 13-14), norma ritenuta “discriminatoria nei confronti di coloro che scelgono di non avvalersi di tale insegnamento”.
Molta perplessità è stata espressa anche per una recente circolare (n. 45 del 22/04/2008) emanata dal Ministero della Pubblica Istruzione, secondo la quale andrebbe consentito all’IRC “di inserirsi adeguatamente nei piani dell’offerta formativa che le scuole stanno attualmente redigendo per il prossimo anno scolastico”, con lo scopo di “armonizzare la collocazione di questa disciplina nel nuovo impianto curricolare della scuola dell’infanzia e delle scuole del primo ciclo”. Di fronte a tale provvedimento il Sinodo ha notato come si sia ormai non molto lontani “dallo spirito dell’art. 36 del Concordato del 1929” - (“L’Italia considera fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica l’insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica”) -, mentre invece si sia sempre “più disarmonici rispetto all’ispirazione di fondo della Costituzione repubblicana”.
Un convinto “sì” è stato espresso invece in materia di libertà religiosa: con un applauso è stato approvato all’unanimità il seguente ordine del giorno: “Consapevole che la vocazione cristiana è una chiamata alla libertà che non si concilia con i privilegi, il Sinodo chiede alla Tavola valdese di ricordare al Parlamento l’urgenza di una legge organica sulla libertà religiosa che superi ingiuste discriminazioni e sottragga le formazioni religiose prive di Intesa a discrezionalità amministrative che spesso determinano violazione dei principi di libertà”.


Sinodo/8. L’8 per mille registra un’impennata del 13%. Apprezzata la trasparenza valdese
Paolo Ricca: “Abbiamo la responsabilità di gestire dei soldi non nostri"

Roma (NEV), 3 settembre 2008 - Tra i temi all’attenzione del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste - Torre Pellice, 24-29 agosto - anche l’8 per mille, che quest’anno ha riscosso un successo inaspettato con un’impennata delle firme del 13% rispetto all’anno precedente.
Lo ha reso noto in una conferenza stampa il coordinatore della Commissione 8 per mille della Tavola valdese, il pastore Paolo Ricca: “Apprendere che un numero consistente di italiani non appartenente alle nostre chiese, e parlo dell’85% di chi firma per noi, abbia deciso di devolvere il proprio 8 per mille all’Unione delle chiese metodiste e valdesi, è stata una bella novità. Questi contribuenti ci ricordano che amministriamo dei soldi non ’nostri’, e questo dato aumenta la nostra responsabilità nello sforzo di spenderli ragionevolmente, non solo, ma di garantire la piena trasparenza dei fondi”. Si tratta di 5.770.395 euro devoluti a progetti realizzati in Italia nella misura del 63,8% ed all’estero per una quota del 29%. Il restante 7,2% è stato utilizzato per spese amministrative, di gestione e pubblicitarie.
Tra gli enti beneficiari dei finanziamenti - vedi il dettagliato sul sito (www.ottopermillevaldese.org) - alcuni sono organismi umanitari evangelici o ecumenici; in altri casi si tratta di organizzazioni laiche. I progetti finanziati l’anno scorso sono stati oltre 200 e riguardano: interventi nell’ambito della sanità, anziani, giovani e fasce sociali svantaggiate, accoglienza di immigrati e rifugiati, cultura della pace e dei diritti umani, sostegno alla ricerca scientifica, in particolare sulle cellule staminali.
Nel corso dei lavori il Sinodo si è occupato anche della gestione di tutte quelle opere delle chiese valdesi e metodiste, una quindicina in tutto, deputate all’assistenza di persone bisognose e all’accoglienza: la cosiddetta diaconia. Durante la conferenza stampa, Marco Armand Hugon, presidente della Commissione sinodale per la diaconia (CSD), ha presentato il bilancio sociale dell’attività. “E’ la prima volta che pubblichiamo un bilancio siffatto - ha spiegato Hugon -, un atto dovuto, in nome appunto della trasparenza ’valdese’. Da qui si evince che solo una minima parte dei fondi dell’8 per mille valdese viene destinato alla diaconia, eppure è nostra preoccupazione rendere conto nel dettaglio di come sono stati spesi”. Gianluca Fiusco, direttore del Centro cristiano di Riesi (CL) (www.serviziocristiano.org), ha illustrato a sua volta il lavoro svolto in campo diaconale nella struttura che dal 1959 offre i suoi servizi alla comunità locale: scuole, sanità, agricoltura biologica, ed altro, finanziato per un terzo dall’8 per mille valdese.


Sinodo/9. Avviata un’impegnativa riflessione teologica sui temi ecclesiologici
Battesimo, Cena del Signore e ministeri al centro dell’attenzione

Roma (NEV), 3 settembre 2008 - La costante ricerca e il continuo confronto sui temi fondamentali della teologia sono al cuore dei principi della Riforma protestante del XVI secolo. Nella linea del principio secondo cui “ecclesia semper reformanda”, tipico della tradizione protestante, il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste, riunito a Torre Pellice (TO) (24-29 agosto), ha deciso di avviare un percorso di riflessione teologica che si svilupperà in alcuni anni sui temi del battesimo, della Cena del Signore (eucaristia), dei ministeri e dell’ecclesiologia, ritenuto ormai indispensabile per una chiesa in costante movimento, che sappia coniugare tradizione con innovazione. Secondo la prassi propria delle chiese riformate, tale riflessione sarà avviata da alcuni documenti di approfondimento proposti allo studio e al commento delle comunità locali. I risultati di questa fase preliminare giungeranno quindi al Sinodo che, in quanto massima autorità di governo della Chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi), approverà un testo finale.


Sinodo/10. Una serata pubblica sul ruolo del protestantesimo nell’Italia di oggi
Con interventi di Alberto Melloni, Giulio Giorello, Gabriella Caramore e Paolo Ricca

Roma (NEV), 3 settembre 2008 - "Lo spazio del protestantesimo - se ce n’è uno - nella società italiana”: questo il titolo della tavola rotonda svoltasi lunedì sera, 25 agosto, nel tempio di Torre Pellice (TO), a latere del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste.
All’incontro - moderato dal giornalista e politologo valdese Paolo Naso - sono intervenuti lo storico cattolico Alberto Melloni, il filosofo della scienza Giulio Giorello, l’autrice e conduttrice radiofonica Gabriella Caramore (“Uomini e profeti”, Radiorai3), il teologo protestante Paolo Ricca. All’inizio ed a conclusione dell’incontro è intervenuta la pastora Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese, organo esecutivo del Sinodo, spiegando il senso della serata: “Non pensiamo allo spazio del protestantesimo per rivendicare riconoscimenti e privilegi per le nostre chiese; pensiamo allo spazio per una tradizione, una teologia e un’etica che pensiamo possa arricchire la società italiana, nella quale ci sentiamo profondamente impegnati sia come credenti che come cittadini”.
“Un titolo provocatorio - ha precisato Naso - che indica un problema, perché in uno Stato laico e pluralista questo spazio dovrebbe essere ovvio e ampio sia per il protestantesimo che per tutte le altre comunità di fede e le altre tradizioni culturali”.
“E’ innegabile che in Italia stiamo attraversando un ’inverno ecumenico’ - ha affermato Melloni - nel quale le relazioni tra le chiese cristiane si sono fatte più difficili. Ma il vero problema è che in un paese di tradizione cristiana come l’Italia, il senso profondo e impegnativo dell’essere cristiani appare sempre più vago, incerto, formale: questo è il problema e al suo interno si apre uno spazio importante per il protestantesimo”.
“Una minoranza come quella protestante in Italia sa bene che l’Evangelo indica una ’via stretta’, un sentiero difficile - ha affermato Gabriella Caramore -. E in quest’ambito la predicazione evangelica propria della tradizione protestante costituisce una risorsa preziosa ed essenziale”.
“Viviamo in un paese molto lontano da Dio e molto vicino al Vaticano - così ha aperto il suo intervento Giorello -. E questo paradosso è causa di una laicità difficile e talvolta negata. Lo spazio del protestantesimo, di quello che ha respinto le derive settarie e antiscientifiche del fondamentalismo, è nella capacità di promuovere il dialogo tra fede e scienza. E’ questo lo spazio decisivo ed originale che voi, valdesi e metodisti, potete occupare a beneficio dell’intera società italiana”. “Lo spazio del protestantesimo è nient’altro che la predicazione dell’Evangelo di Cristo, morto e risorto - ha concluso Ricca. Ed è questo che noi dobbiamo ribadire ai nostri amici laici con i quali condividiamo tante battaglie; ai nostri fratelli e sorelle cattolici con i quali, nonostante differenze e difficoltà, ci sentiamo impegnati in un comune cammino ecumenico e con i quali in tante realtà condividiamo una ’fraternità ecumenica trasversale’. Ed è quello che dobbiamo dire anche a noi stessi”.



Lunedì, 08 settembre 2008