Roma (NEV), 1 ottobre 2008 - "Il riscaldamento globale del pianeta provoca lestinzione di specie animali e vegetali, sconvolge equilibri umani e sociali, provoca guerre, carestie, epidemie e catastrofi naturali soprattutto nelle regioni più povere del mondo. Per le nostre chiese questo significa agire ora". Lo ha detto la pastora valdese Letizia Tomassone, vicepresidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), nel quadro della VII Assemblea della Rete cristiana europea per lambiente (ECEN) che si è tenuta a Triuggio (MI) dal 24 al 28 settembre. Tomassone, che mercoledì 24 settembre ha aperto i lavori dellAssemblea organizzata questanno dalla FCEI, ha sottolineato limportanza di prendere sul serio i dati scientifici: "È necessario studiare e analizzare la situazione facendosi aiutare dagli scienziati. Insomma, non credere, per una volta, di conoscere già tutto, e di avere già la risposta pronta". Il 25 settembre i partecipanti - provenienti da tutta Europa e appartenenti a diverse denominazioni cristiane - hanno ascoltato una serie di interventi di scienziati sul tema del cambiamento climatico. "Ci sono modi per ridurre le emissioni di gas serra e le chiese possono contribuire nel proporre cambiamenti negli stili di vita e nei modelli di comportamento", ha affermato il climatologo Jean-Pascal van Ypersele, vice presidente del Comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (organismo insignito del premio Nobel per la Pace 2007), che ha tracciato un quadro globale della situazione "peggiorata drasticamente dal 2001". Per lurbanista Roberto Ferrero serve una "visione sacra" del mondo che si traduca in una "riformulazione etica e professionale che coinvolga tutti gli aspetti della produzione". Il biologo svedese Stefan Edman ha invitato le chiese a disfarsi del suo "tetro moralismo", per legare invece la questione ambientale alle tematiche dei diritti umani e della solidarietà. La serata del 25 ha inoltre visto una tavola rotonda dibattere sul cambiamento climatico in chiave ecumenica: sono intervenuti lortodosso Dimitri Oikonomou, il riformato Otto Schäfer, il cattolico romano Karl Golser, levangelico Alfredo Abreu e il laico Michael Slaby del programma ONU per lambiente. "Le chiese in Italia cominciano a percepire che il cambiamento climatico tocca con urgenza il nostro agire come credenti. Allora diventa necessario ascoltare e predicare levangelo che ci parla di conversione, del cuore e degli stili di vita, e di un regno nel quale larmonia fra natura e umani è operata da Dio. La terra è lunico ambiente che abbiamo in cui vivere, è espressione dellamore di Dio per noi. Davvero non sapremo prendercene cura?" si è chiesta Tommassone, che ha apprezzato la presenza ai lavori assembleari di diversi delegati cattolici italiani che lavorano nella "pastorale del creato". "Spero che possa nascere proprio sui temi dellambiente un nuovo e positivo dialogo ecumenico" ha concluso. Il 26 settembre in piazza Duomo a Milano i delegati si sono riuniti insieme ai rappresentanti del Consiglio delle chiese cristiane del capoluogo lombardo per una "manifestazione del silenzio": unora di preghiera a favore della salvaguardia del Creato. LECEN, nata nellambito della Conferenza delle chiese europee, si occupa da 10 anni di questioni ambientali (www.ecen.org).
Domenica, 05 ottobre 2008
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