Da NEW CATHOLIC TIMES - Sensus Fidelium
LINCONTRO COL VESCOVO GEOFF ROBINSON
Riflessioni
di Thomas Doyle OP
Thomas Doyle OP è un canonista che vive a servizio delle vittime di abusi sessuali. La sua carriera ecclesiastica sembra ormai finita.
4 luglio 2008 Ancora una volta Tom Gumbleton e Geoff Robinson mi hanno restituito la speranza che lo Spirito di Gesù Cristo, coraggioso e compassionevole, infuso sulle autorità ecclesiastiche, non resti solo un mito. Il tour di conferenze di Geoff Robinson negli Stati Uniti è stato unopportunità di incontro con alcuni avvocati, coinvolti negli scandali degli abusi sessuali, così come con alcuni esperti impegnati nel processo di gestione della crisi. Alcuni di noi, in origine, speravano di poter dare a Geoff informazioni attendibili sulle risposte dei vescovi statunitensi. Volevamo che le utilizzasse e le condividesse con agli alti prelati della curia Vaticana. Questa speranza derivava dalla certezza che le fonti di informazione in Vaticano sono limitate, in particolare, ad alcuni vescovi che, per la maggior parte, forniscono versioni soggettive e sommarie. Abbiamo cominciato con questa speranza, sebbene le nostre aspettative fossero destinate a cambiare drasticamente quando parlammo con Geoff e realizzammo che lui non è propriamente allinterno di una certa gerarchia, e sicuramente non in Vaticano. Il nunzio papale statunitense aveva chiesto a Geoff di annullare le conferenze. Il Prefetto della Congregazione per i Vescovi, cardinale Giovanni Re, si era scomodato per convincere Geoff a non parlare. Gli arcivescovi e i vescovi della diocesi nelle quali Geoff doveva recarsi, hanno mandato delle lettere, poi rese pubbliche. Queste lettere in breve affermavano più o meno le stesse cose: a) che Geoff non poteva parlare in alcun territorio della diocesi b) che avrebbe dovuto cancellare lintero tour c) che il suo libro causava confusione e divisione fra i laici. Ma Geoff non ha cancellato il suo tour. Ha mantenuto lagenda così comera, tenendo le conferenze in luoghi non controllati dalla chiesa cattolica. La stampa secolare occidentale ha fornito una eccellente copertura e, comunque, il suo interesse primario era la disputa tra il vescovo Robinson e il cardinale Mahony (almeno così è stata intesa). Tuttavia Geoff si è dimostrato superiore e non ha accettato alcun invito dei media per non riaccendere la disputa. Si è espresso così: intendo parlare degli abusi sessuali del clero e della necessità di esplorare le due tematiche alla base - lesercizi del potere da parte delle autorità ecclesiastiche e gli insegnamenti ufficiali sul sesso e sulla sessualità. Non intendeva accendere la disputa con il cardinale Mahony, né tanto meno con altri prelati. Durante tutto il tour statunitense, le sue dichiarazioni ai media erano dignitose, perspicaci e schiette. La scarsa leadership di Giovanni Paolo II
Esistono significative differenze tra lesperienza australiana e quella statunitense. Prima fra tutte la differenza nel numero dei cattolici, dei vescovi e dei preti. Geoff ha spiegato che esistono 42 vescovi in Australia e che è riuscito a parlare con almeno 30 di loro. Una comparazione tra i due paesi è impressionante:
N.B. Il conteggio dei vescovi include quelli andati in pensione e i vescovi ausiliari. Attualmente in Australia ci sono 6 vescovi ausiliari e un totale di 19 vescovi pensionati. Gli avvocati/esperti hanno, dal canto loro, raccontato le loro esperienze nel rapportarsi ai vescovi o ai superiroi religiosi degli Stati Uniti. Esiste un elemento comune che emerge dalle affermazioni di tutti: i vescovi statunitensi sembrano aver lavorato di concerto per contrastare ogni ipotesi di risarcimento derivante dalle sentenze dei tribunali. I vescovi non sembravano aver sviluppato una sufficiente sensibilità pastorale verso le vittime o verso le loro famiglie. Ci soo numerosi esempi di come i vescovi e i loro legali abbiano deliberatamente mentito, manipolato le normative, minacciato le vittime, i testimoni e i legali e fuorviato lopinione pubblica attraverso dichiarazioni nelle quali sembravano contriti, dispiaciuti e ben disposti. In contrasto con questa immagine pubblica che la chiesa si è ritagliata verso i fedeli, cè la triste realtà di una istituzione che continua ad utilizzare il potere e le risorse per dribblare la giustizia, sminuire o distruggere le vittime o scoraggiare qualunque prete o vescovo che si mostri giusto o pastoralmente sensibile. I processi civili intentati sono risultati molto costosi poiché la chiesa ha tentato sempre di utilizzare ogni tattica possibile per non fornire documenti e dati riservati. Nel corso dei processi le vittime venivano trattate da nemici della chiesa. In un gran numero di casi i legali delle vittime sono stati oggetto di attacchi diffamatori pubblici e privati da parte delle autorità ecclesiastiche e dei lloro legali. I vescovi sono ricorsi alluso di vari strumenti per minacciare o destabilizzare i pubblici ministeri e i testimoni. Hanno inoltre tentato di creare animosità verso le vittime risarcite, insinuando che la chiusura delle chiese, i tagli dei costi e gli altri problemi finanziari, derivassero dai loro risarcimenti. Molti avvocati cattolici intimoriti dalle reazioni dei vescovi In genere esiste una opinione diffusa: che non cè speranza per un cambiamento di approccio da parte della chiesa. Pochissimi vescovi hanno incontrato le vittime, e pochi consigli diocesani hanno impressionato positivamente le vittime. Comunque, genericamente, parlare con i vescovi, con i consigli diocesani o con i coordinatori, non è risultato positivo. In molti casi le vittime i loro legali sono stati ferocemente attaccati dalle autorità ecclesiastiche e dai loro difensori. Le alte cariche Vaticane si tengono fuori Il vescovo Robinson ha dettagliato le sue molteplici esperienze con le vittime. Fu scelto tra i vescovi australiani per rappresentarli nei confronti delle vittime. Queste esperienze gli hanno permesso di rielaborare la sua stessa esperienza di abuso, subito durante linfanzia. Ascoltando le testimonianze delle vittime, entrando nel reale significato dellabuso sessale, ha concluso che le cause sistemiche richiedono una analisi attenta e intrepida sulluso del potere nella chiesa, così come sullapproccio alla sessualità umana. E ben consapevole che la sua affermazione abbia causato sconcerto da parte delle cariche Vaticane. Ha affermato pubblicamente e privatamente che è necessario affrontare il problema onestamente a prescindere da dove possa portare. La discussione è incentrata sulle esperienze di contatto con le vittime degli abusi sessuali del clero. Inoltre abbiamo discusso la mala gestione finanziaria e la doppiezza manifestata dagli ufficiali ecclesiastici. Il vescovo Robinson ha espresso la sua sorpresa soprattutto sullaspetto economico. Ha ammesso inoltre il suo sconcerto sui consistenti problemi riscontrati in rapporto ai vescovi statunitensi e al loro approccio sul tema degli abusi. Gli abbiamo assicurato il nostro rispetto e la nostra comprensione dei suoi sentimenti, ma abbiamo trovato difficile ammettere che un gruppo di vescovi, australiani in questo caso, non si fossero comportati irresponsabilmente in risposta alla crisi. La nostra esperienza era di fatto completamente diversa dalla sua in Australia. Ci ha spiegato chiaramente che sicuramente prendeva atto delle nostre considerazioni, ma che era difficile assimilarle completamente. Il vescovo Robinson ritiene che il Vaticano non sarà mai in grado di affrontare efficacemente la cosa. Nonostante le parole e i gesti del papa nella visita di aprile negli Stati Uniti, non sembra possibile che Benedetto XVI intraprenderà azioni concrete contro i vescovi che hanno compiuto abuso, o semplicemente hanno permesso che avvenissero. Siamo stati daccordo sul fatto che il Vaticano e il papa non agiranno come sarebbe auspicabile. Alcuni di noi hanno considerato le parole e i gesti del papa in qualche modo positivi, ma a questi devono seguire azioni concrete. Fino ad oggi non sembra che i vescovi statunitensi abbiano preso a cuore lammonizione del papa che li invitava a prendersi cura delle vittime. E neanche sembra che il papa abbia stabilito azioni decisive per dimostrare che le sue parole fossero tradotte in fatti dai vescovi. Abbiamo concluso condividendo la speranza che il nostro supporto reciproco e la nostra collaborazione potrà aiutarci a proteggere i bambini e tutti gli adulti vulnerabili da futuri abusi, e ci consenta di lavorare efficacemente per la giustizia alle vittime e la responsabilizzazione dei vescovi. Il vescovo Robinson ha parlato di fronte ad una sala stracolma del San Diego Faculty Club alla University of California, martedì scorso, 10 giugno. Il suo discorso è stato schietto, illuminante ed ispirato. Ho avuto modo di ascoltarlo anche a Washington DC, allinizio del suo tour ed è evidente che ha inteso rimarcare i fatti per comunicare le proprie conclusioni sulle esperienze acquisite. Ha chiaramente ribadito che papa Giovanni Paolo II non è stato allaltezza della leadership ed ha citato il caso di Maciel Degollato e del cardinale Groer, come esempi classici di inefficacia. Ha inoltre ribadito la necessità di abolire lo Statuto delle Limitazioni. Piuttosto occorre invocare la carità e la giustizia per le vittime degli abusi sessuali clericali ed essere consapevoli che alla base ci sono cause di origine sistemica; occorre trovare il coraggio di fronteggiare lopposizione della gerarchia vaticana statunitense e continuare a ricercare la verità, ovunque ci porti. Senza rischiare di sembrare arrogante o compiaciuto, credo che quelli di noi che sono stati allinterno del mondo clericale, possano apprezzare meglio la testimonianza di Geoff Robinson alle vittime, ai loro sostenitori, cattolici e non. Egli è stato nel sistema seminariale, e quindi nel mondo clericale, dalletà di 12 anni. Ha studiato a Roma per un decennio, senza avere permesso di visita alla famiglia. Fu nominato vescovo nel 1984, e da quel momento è appartenuto di fatto alla elite ecclesiastica. Praticamente tutta la sua esperienza episcopale si è svolta durante il pontificato di Giovanni Paolo II, che insisteva sul concetto di totale ed incondizionata fedeltà da parte dei vescovi e sulla non questionabilità delle dottrine magisteriali. Robinson sfida le strutture monarchiche Chiamando in causa luso del potere da parte della chiesa, Geoff non solo ha sfidato la struttura politica della chiesa, ma lo stesso convincimento che tale struttura fosse voluta da Dio, e quindi fosse da accettare senza ombra di dubbio.
Il loro essere testimoni di Cristo, sebbene siano solo due, va oltre oltre la terribile realtà cui siamo soggetti in America, in cui i chierici si preoccupano della propria immagine e del propri potere, senza alcuna concezione delle devastazioni causate dagli abusi spirituali e sessuali compiuti dal clero.
La Jolla, California Testo Originale Traduzione di Stefania Salomone
From NEW CATHOLIC TIMES - Sensus Fidelium GATHERING WITH BISHOP GEOFF ROBINSON:Reflections Author: Thomas Doyle OP Posted by: Editor on July 04, 2008 1:00:00 AM Yet Tom Gumbleton and Geoff Robinson have given me hope that the compassionate and courageous spirit of Jesus Christ, infused in the Churchs official leaders, is not mere myth Geoff Robinsons US speaking tour presented an opportunity for a meeting with some of the attorneys who have been deeply involved in the clergy sex abuse crisis in the U.S. as well as some of the experts who have been part of the overall response to this crisis. Poor papal leadership by JP ll Australia U.S.A. Dioceses 32 194 Total priests 3115 44,000 N.B. The listing of bishops includes retired bishops and auxiliary bishops. Presently Australia has 6 active auxiliary bishops and a total of 19 retired bishops. The attorneys / and experts shared their experiences in dealing with bishops and superiors of religious orders in the United States. There is a common element that is obvious from the remarks of all: the U.S. bishops appear to be working in concert to resist any and all attempts at monetary settlements arrived at through the civil court system. The bishops do not seem to have developed any appreciable degree of pastoral sensitivity towards the victims or towards their families and loved ones. There are numerous examples of how bishops and their attorneys have lied, manipulated the civil law system, savaged victims, their witnesses and their attorneys and mislead the public through their public statements though which they try to appear contrite, concerned and sympathetic. In stark contrast to the image the churchs public relations people are spinning, there is the harsh reality of an institution that continues to use its power and resources to thwart justice,devalue and even destroy victims and to snuff out any attempt by priests or even bishops to call for justice and pastoral sensitivity. Many Catholic attorneys shaken by episcopal actions There was a general opinion among all that it is hopeless to expect the bishops to change their approach. A few bishops have met with victims and a few of the diocesan review boards have left positive impressions on victims. In general however the experience in speaking with bishops, with diocesan review boards or with victim outreach coordinators has not been positive. In a significant number of cases the victims and their attorneys have been savaged by the Church authorities and by the church lawyers. Vatican officials are out of it Bishop Robinson shared in some detail his own experiences with victims. He was selected by the Australian Bishops to be their representative to the victims. He has met with and spent significant time with hundreds of victims and with their families. These experiences caused him to come to grips with his own experience of sexual abuse as a young boy. As he listened more and more and probed into the meaning of sexual abuse he concluded that the systemic causes required an honest and fearless look at the use of power in the Church as well as the approach to human sexuality. He is well aware that his statements have caused concern on the part of Vatican officials. He stated privately and publicly that he believes we must address the problem honestly and follow the arguments wherever they may go. The discussion centered on our shared experiences with clergy sex abuse victims. We also discussed some of the financial mismanagement and duplicity perpetrated by Church officials. Bishop Robinson expressed his surprise at the extent of financial impropriety. He also admitted that he was quite surprised at the consistent problems we have encountered with U.S. bishops and their response to clergy abuse. Bishop Robinson admitted that he found it difficult to believe that the U.S. bishops have acted as they have. We assured him that we respected and understood his feelings but admitted that we found it equally difficult to believe that a group of bishops, in this case the Australians, had not acted irresponsibly and even maliciously in their response to the crisis. Our collective experiences have been quite different from his experiences in Australia. He made it clear to us that he did not disbelieve anything he had heard but was finding it difficult to assimilate it all. Bishop Robinson does not believe that the Vatican will ever respond as they should. In spite of the popes words and gestures on his recent (April) visit to the U.S., it is highly unlikely that Benedict XVI will take any action against any bishop who had either been an abuser himself or had intentionally enabled cleric-abusers. We shared in the conviction that the Vatican and the pope will never take the action that is needed. Some of us may have found the popes recent words and gestures somewhat responsive but the real proof will be in the follow-up actions and not the words. Thus far there has been no evidence that the U.S bishops have taken to heart the popes admonition that the bishops do everything possible to help the victims. There also has been no evidence that the pope has taken any decisive actions to see that his words are followed by the bishops. Robinson challenges monarchical structures I have found it difficult if not impossible to conceive of the office of bishop as being divinely inspired and created and equally impossible to believe that individual bishops are selected through some arcane action of the Holy Spirit of the Higher Power. I have not had an experience of bishops as pastors living and acting in the image of Christ the Good Shepherd. Yet Tom Gumbleton and Geoff Robinson have given me hope that the compassionate and courageous spirit of Jesus Christ, infused in the Churchs official leaders, is not mere myth. Their witness to Christ, though they are only two, goes a long way to overcome the constant spectacle we have been subjected to in America of clerics concerned only with their image and their power and with no remote conception of the devastation caused by the clergy sexual and spiritual abuse debacle. (Photo coutesy of Dr. Ingrid Shafer) Cardinal Re and the various U.S. bishops who wrote letters to Geoff all parroted the same baseless concern: his words were causing confusion and sowing disunity. It is is clear that none of these men have had the experience Geoff has had in ministering to the victims of the Churchs dysfunctional clerical system. In all probability none have taken the time to read his book. Their concerns illustrate just how far out of touch the Vatican and most of the U.S. bishops are from the faithful, whom they claim they are trying to protect and whose support they need to sustain their lifestyles. If anything, the confusion has been caused by the bishops and the Vaticans self-serving response to the plight of people savaged by sexual abuse. Geoff may be a sign of disunity with the bishops but for many he is a sign of hope because while he may be at variance with the bishops he certainly is one with the victims of the Churchs sexual and spiritual abuse. To get the point, one need only ask that simple question: What would Jesus do? It would seem that Geoff Robinson asked himself that question...and had the courage to live out the answer. Added on 7.13.08 to this email by +PPB
Abp Peter Brennan with Bishop Goeff Robinson Fr. Marek Bozek with Abp Peter Brennan Martedì, 15 luglio 2008 |