Tratto da: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/09_Settembre/12/sarzanini.shtml
appena hanno saputo che erano arrivate le prime denunce ed era stata aperta uninchiesta. Hanno incontrato persone, chiesto pareri illustri e poi avrebbero offerto soldi e favori. È stata proprio questa attività a far finire alcuni di loro nel registro degli indagati per favoreggiamento. La rete di don Pierino Gelmini è raccontata nelle carte processuali della magistratura di Terni. Sono i collaboratori più stretti ad essersi attivati per proteggere il fondatore della comunità «Incontro» di Amelia, indagato per violenza sessuale nei confronti di alcuni giovani tossicodipendenti ospitati nella struttura. Ma lui stesso avrebbe cercato appoggi. Per questo si sarebbe rivolto allex procuratore di Terni Cesare Martellino che nel 2002 aveva già archiviato unanaloga indagine. Dal magistrato, ora allAja come responsabile per lItalia di Eurojust - la struttura giudiziaria europea - sarebbe poi andato uno dei volontari che da anni lavora con il sacerdote. Cinque anni fa il magistrato aveva esaminato una denuncia per molestie trasmessa dai colleghi di Bari per competenza, ma aveva ritenuto che non ci fossero gli elementi sufficienti a contestare il reato. Ora la situazione è cambiata. E da quando sono arrivate nuove decine di denunce, gli accertamenti si sono concentrati sullattività di chi, secondo laccusa, mirava a inquinare le prove. Sono le intercettazioni telefoniche a rivelare le «pressioni» esercitate sui ragazzi per convincerli a ritrattare. Cè chi si accorda con uno dei segretari sulla versione da fornire prima dellinterrogatorio. Ma cè anche una donna che racconta di aver ricevuto 4.000 euro da un prete amico di don Gelmini per convincere il figlio a mod i f i c a r e quanto raccontato a v e r b a l e . Tracce di soldi versati alle parti lese si rintracciano nella movimentazione bancaria, ma soprattutto nelle registrazioni dei colloqui e nelle dichiarazioni delle parti les e . M o l t i hanno detto di aver ricevuto promesse di denaro che però non è mai stato versato, altri hanno ammesso di averne ricevuto soltanto una parte, altri ancora giurano di aver rifiutato lofferta proprio perché «volevamo che uscisse fuori tutta la verità». Di quello che stava accadendo don Gelmini avrebbe parlato con Martellino dopo aver ricevuto lavviso di garanzia. Durante il colloquio il magistrato si sarebbe mostrato incredulo rispetto ai provvedimenti presi dai suoi colleghi di Terni. «Ma non è possibile, avevamo già archiviato », avrebbe commentato prima di consigliare al prete di cercarsi un buon avvocato. Qualche tempo dopo sarebbe nuovamente intervenuto come «consigliere», incontrando allAja uno dei volontari della comunità che aveva voluto vederlo per capire come bisognava muoversi. Gli investigatori stanno poi approfondendo i contatti tra lavvocato Lanfranco Frezza e alcuni testimoni per capire se quanto raccontato a magistrati e poliziotti possa essere stato concordato con la difesa del sacerdote. Ieri il legale ha sostenuto che le nuove denunce presentate durante lestate «non sono altro che un riassunto, anche fatto male, delle puntate precedenti». Il fondatore di «Incontro» si è invece affidato allex parlamentare di Forza Italia Alessandro Meluzzi che gli fa da portavoce: «Don Pierino continua a lavorare e prega con tenerezza per tutti i suoi ragazzi, di ieri, di oggi e di domani. Anche quelli che lo accusano. È stato sommerso da telefonate di solidarietà, ma coloro che gli sono più vicini sono preoccupati per la sua salute. Ha 82 anni e un pacemaker. Certo la sua anima è forte come la roccia, ma la salute è quella di un uomo anziano e un po malato».
Mercoledì, 12 settembre 2007
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