Tratto da Corriere.it
ROMA, 11 settembre 2007 — È come se avessero preso coraggio allimprovviso, trovando la forza di rivelare segreti fino ad
allora apparsi inconfessabili. Sono una cinquantina le persone che durante lestate hanno presentato formale denuncia
contro don Pierino Gelmini. Si sono unite al coro di chi lo accusa di averli molestati, insidiati, a volte violentati.
La maggior parte si è presentata spontaneamente davanti al pubblico ministero di Terni. Ha ripercorso episodi di tanti anni
fa che, hanno detto in molti, «mi hanno cambiato la vita». Due di loro hanno raccontato di aver subito abusi dal fondatore
della comunità «Incontro» — che assiste i tossicodipendenti in programmi di recupero — quando erano minorenni. Non cè
ancora una nuova contestazione formale, ma se queste dichiarazioni trovassero conferma, la posizione del prete già indagato
per violenza sessuale, potrebbe aggravarsi. Perché si tratterebbe di episodi di pedofilia e dunque un reato diverso da
quello finora ipotizzato nei suoi confronti.
LE INDAGINI — I magistrati procedono con cautela, sanno bene che in casi del genere ci può essere una sorta di suggestione,
talvolta anche un desiderio di rivalsa. Ma sanno anche che i collaboratori più stretti di don Gelmini si sono attivati per
convincere alcuni giovani a ritrattare. In almeno due casi avrebbero cercato di incontrare chi aveva presentato la
denuncia, avrebbero offerto soldi e favori per tentare di mettere tutto a tacere. E questo ha naturalmente contribuito a
confermare il quadro accusatorio già delineato dai pubblici ministeri. Al fascicolo gli investigatori della squadra mobile
di Terni hanno allegato decine e decine di intercettazioni telefoniche che mostrerebbero questa volontà di alcuni operatori
della comunità di favorire don Gelmini. La voce del prete si sente raramente nei colloqui. Ad ascoltare le registrazioni
sembra che ad occuparsi della vicenda siano i responsabili della sua segreteria. Sono loro a tenere i contatti con chi
accusa, a tentare di far cambiare idea a chi ha fatto riaffiorare i ricordi. I magistrati hanno già verificato una
trasferta a Torino di uno di loro che sarebbe stata organizzata per incontrare in carcere due giovani detenuti che erano
stati tra i primi a presentare denuncia. Ora si va avanti. Il primo accertamento da svolgere per verificare i nuovi verbali
riempiti nelle ultime settimane riguarda il periodo di permanenza di ogni giovane allinterno della comunità. Poi bisogna
verificare che tipo di legami avessero con il fondatore, se ci siano stati problemi, quali siano stati i rapporti
successivi. Sembra che in alcuni casi gli episodi raccontati siano molto circostanziati, che alcuni abbiano anche indicato
testimoni in grado di confermare le proprie dichiarazioni. Soltanto al termine dei nuovi controlli, il magistrato deciderà
eventuali provvedimenti. A metà agosto era circolata voce che potesse essere richiesta al giudice per le indagini
preliminari una misura interdettiva per impedire un eventuale inquinamento delle prove. In realtà erano in corso altri
riscontri e proprio in questi giorni si starebbe rivalutando la possibilità di sollecitare un pronunciamento del gip.
LA DIFESA — Inizialmente erano sei le persone che avevano raccontato le violenze. Uno ha narrato fatti risalenti al 1993,
ha detto di essersi anche confidato con don Mazzi quando si è trasferito nella sua comunità. Il sacerdote ha confermato di
aver ricevuto quelle confidenze, di aver consigliato al giovane di rivolgersi ad uno psicologo, di aver continuato ad
aiutarlo prima di perdere le sue tracce. «Mi accusano — si era difeso don Gelmini — perché li ho allontanati dalla
comunità. Alcuni di loro erano stati scoperti a compiere reati e sono stati cacciati. È la loro vendetta. Sono innocente e
dunque resto assolutamente tranquillo. Porto la croce e prego per loro». Aveva anche attaccato la lobby ebraica e la
massoneria come ispiratrici «di questa campagna diffamatoria contro di me» e ciò aveva spinto il suo avvocato Franco Coppi
ad abbandonare la difesa. Ma poi la lista si è allungata, altri tre ragazzi sono usciti allo scoperto dopo aver saputo che
era stata avviata uninchiesta. E con il trascorrere delle settimane le denunce sono diventate decine. Adesso è possibile
che don Gelmini decida di farsi nuovamente interrogare per continuare a respingere quelle che ha sempre definito
«fantasie».
[DATA: 11/09/2007]
Martedì, 11 settembre 2007
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