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Lordine dei gesuiti ha accettato di pagare 50 milioni di dollari per chiudere cause legali avviate da 110 eschimesi dellAlaska, che sostengono di essere stati vittime di abusi sessuali da parte di religiosi tra il 1961 e il 1987. Lannuncio e stato dato dai legali dei promotori delle azioni giudiziarie, secondo i quali si tratta di una cifra record per un ordine religioso. La Compagnia di Gesu, attraverso il padre provinciale dellOregon, John Whitney, responsabile per lAlaska, ha sottolineato che lannuncio e pero prematuro perche devono essere definiti una serie di dettagli. Al centro della cause per risarcimenti e loperato nei decenni scorsi di una decina di preti e tre missionari che sono stati accusati di aver abusato di minori in 15 villaggi dell Alaska abitati da eschimesi. La Compagnia di Gesu ha negato di aver inviato in esilio in Alaska sacerdoti di cui conosceva le tendenze sessuali, come invece sostengono alcune delle vittime. Lo stato nel nord-ovest del continente americano viene invece definito dai gesuiti come una delle terre di missione piu difficile e per questo la Compagnia sostiene di inviarvi i migliori missionari. (Ansa)
http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/esteri/missionari-pedofili/missionari-pedofili/missionari-pedofili.html
La somma, 50 milioni di dollari, è la più alta mai pattuita da un ordine religioso Lavvocato delle vittime: "I preti problematici venivano confinati in Alaska" Usa, missionari pedofili tra gli eschimesi I gesuiti pagheranno i danni
dal nostro corrispondente MARIO CALABRESI
Thomas Cheemuk visita la tomba del fratello, vittima dei missionari pedofili e morto suicida nel 1999 NEW YORK - La Compagnia di Gesù pagherà 50 milioni di dollari per risarcire 110 eschimesi che subirono abusi sessuali da religiosi gesuiti quando erano bambini o adolescenti, tra il 1961 e il 1987. Gli scandali nella Chiesa americana continuano a rivelare nuove e inaspettate storie, cominciati nel 2002 a Boston, sembravano dover finire con il grande accordo di questestate tra la diocesi di Los Angeles e 508 persone che erano state molestate o stuprate negli ultimi settantanni.
Ma ora dallAlaska arriva la notizia che per tre decenni in 15 minuscoli villaggi, tra i più isolati e remoti al mondo, abitati dagli Yupik, che insieme agli Inuit formano il popolo eschimese, si sono ripetute violenze e abusi da parte di una decina di preti e da tre missionari della Compagnia fondata da Ignazio di Loyola.
Da quattro anni erano cominciate le denunce, ma prima del processo si è arrivati ad unofferta di risarcimento che eviterà il dibattito in tribunale. Secondo lavvocato degli eschimesi, Ken Roosa, si tratta di una cifra record per un ordine religioso, grazie allaccordo extragiudiziale ogni vittima riceverà oltre mezzo milione di dollari, in cambio nessuno dei gesuiti verrà incriminato e non è richiesta alcuna ammissione di colpevolezza.
La Compagnia di Gesù, attraverso il padre provinciale dellOregon, John Whitney, responsabile per lAlaska, ha mostrato fastidio per la pubblicità data allaccordo, ha definito lannuncio prematuro e ha negato che i gesuiti abbiano inviato per anni "in esilio" in Alaska sacerdoti di cui conoscevano le tendenze sessuali, come invece sostengono alcune delle vittime. Lo stato nel nord-ovest del continente americano viene invece definito dai gesuiti come "una delle terre di missione più difficile" e per questo la Compagnia sostiene di inviarvi i missionari più coraggiosi e preparati.
A St. Michael, unisoletta lunga 15 chilometri che si trova nel Norton Sound, la baia del mare di Bering scoperta dal capitano James Cook nel 1778, il diacono Joseph Lundowski abusò di quasi tutti i bambini di Stebbins e St. Michael, i due minuscoli villaggi abitati da 150 famiglie.
Accusato da 34 persone, che nelle testimonianze raccontano delle violenze avvenute in una minuscola chiesa, dopo il catechismo, durante i bui pomeriggi dellinverno dellAlaska, Lundowsky era un gigante con la testa pelata e gli occhi blu, lavorava come diacono per la diocesi anche se i gesuiti hanno negato alcun legame con il loro ordine e ufficialmente non sapevano chi fosse. Lasciò lisola nel 1975 e ora si è scoperto che è morto una decina di anni fa a Chicago alla Pacific Garden Mission, un ricovero religioso con mensa e dormitorio. La maggior parte dei sacerdoti accusati sono ormai morti e le vittime, scelte nel tempo tra chi aveva tra i cinque e i quindici anni, oggi hanno tra i trenta e i sessantanni.
In questa causa, come nel caso di Los Angeles, i gesuiti pagano per un mancato controllo e per aver tenuto nascosto per anni lo scandalo, nel 2004 si erano poi aggiunte accuse di aver bruciato e distrutto documenti che dimostravano il comportamento dei religiosi. Tra i sacerdoti sotto accusa il reverendo James Poole, fondatore della radio cattolica del Nord dellAlaska, che oggi vive in una casa di riposo. Secondo laccusa i gesuiti sapevano fin dal 1960 che teneva "comportamenti sessuali inappropriati" ma anche quando lo richiamarono a Portland lasciarono che continuasse ad insegnare ai bambini.
Lavvocato delle vittime, da Anchorage dove ha lo studio, racconta che nessuno aveva mai avuto il coraggio di denunciare finché non arrivò notizia dello scandalo che aveva investito la diocesi di Boston, allora a poco a poco emersero storie di disperazione, alcolismo e suicidi. "In alcuni villaggi eschimesi - sostiene Roosa - è difficile trovare un adulto che non sia stato sessualmente abusato. Ma nessuno ha ammesso che i preti problematici venivano confinati in Alaska. Ora per i nostri clienti questo accordo significa che le loro storie di abusi, sempre negate, sono finalmente riconosciute".
Martedì, 20 novembre 2007
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