Ringraziamo lamico Vittorio Bellavite, coordinatore di “Noi Siamo Chiesa” (per contatti: vi.bel@iol.it - www.we-are-church.org/it ) per averci messo a disposizione queste sue riflessioni sul documento della CEI che traccia la sintesi del Convegno di Verona dello scorso ottobre 2006.
Lho letta con pazienza. Anzitutto bisognerebbe proporre di scrivere testi meno lunghi e ripetitivi. Infatti, chi poi li legge ? Ciò premesso queste le mie osservazioni : 1) cè una parte iniziale con un eccessivo compiacimento sulla situazione della Chiesa in Italia oggi. E la ripetizione di quello che sostiene da tempo il Card. Ruini (anche a Verona), ripreso da Benedetto XVI , o è un dato che è emerso dal convegno e che è verificabile in riscontri oggettivi ? 2) cè poi una lunga trattazione sulla speranza e sulla missionarietà. Ma questi punti potrebbero andare bene anche tra ventanni fa o potevano andare bene ventanni fa. Cioè non sono calati nella storia . Un Convegno di questo tipo non dovrebbe servire a confrontarsi coi problemi pastorali delloggi in una determinata situazione?. Ciò avvenne nel primo convegno della Chiesa italiana nel 76 a Roma. 3) Appunto sulloggi si rivela linconsistenza del documento . Grandi questioni che interpellano la coscienza cristiana oggi in Italia non esistono. Per esempio : il rapporto Nord-Sud, la guerra ed il riarmo, la mafia che domina in ampi spazi della nostra società, i fenomeni di illegalità diffusa, la precarietà nel lavoro, la cultura leghista o gli effetti deleteri della cultura del berlusconismo del denaro, dellimmagine, dellindividualismo sfrenato. O meglio esistono, tre righe nel cap. 19. A me avevano detto che almeno i problemi erano stati posti dal basso nello scarso tempo dedicato al dibattito. 4)ed i problemi interni alla Chiesa ? il problema dellascolto e del pluralismo ? perchè il dissenso deve rimanere nelle sacrestie oppure ignorato ed emarginato come non fosse una risorsa preziosa per la Chiesa ? il ruolo della donna non viene nemmeno citato. La gestione dei beni ? lottopermille ? niente di niente. Ed una qualche riflessione non enfatica sui movimenti ? E i missionari che sono stati praticamente esclusi dal convegno ? Potrei continuare. 5) alla fine si parla di una maggiore unità nella Chiesa ad ogni livello. Che significa ? tutto omogeneizzato dalla linea gerarchica che guarda con un occhio di previlegio ai movimenti ? Ma il pluralismo ? la ricchezza di una ricerca con diverse sensibilità in una unica tensione non sono valori ? ed il rapporto con la politica ? Le solita falsa neutralità che nasconde, di fato, un orientamento che favorisce la destra e crea sempre diffidenza nei confronti della sinistra (basta leggere lAvvenire). 6) su trentuno citazioni venti sono di Benedetto XVI (più una del Card. Ratzinger), due del Concilio e poi altre della CEI ecc...Oltre che una deviazione teologica non è questa anche una mancanza di buon gusto ? E poi che senso ha scrivere le conclusioni del Convegno otto mesi dopo e da parte della gerarchia dopo che nel convegno era stato proibito di presentare testi, mozioni o altro, per lasciare poi tutto alle conclusioni di Ruini e del Papa ? Sarebbe questo il popolo di Dio ? Prima di Verona avevo promosso un Appello che raccolse 566 firme in cui si ponevano dei problemi e si facevano delle domande. Inesistente, censurato, autocensurato. Noi che labbiamo firmato non avevamo fatto fatica a fare previsioni negative a partire da come era stato organizzato il convegno. Certo resta la speranza, questa cè sempre e poi lo Spirito soffia dove vuole anche al di fuori della pochezza di chi guida la Chiesa. Luglio 2007 Vittorio Bellavite, coordinatore di “Noi Siamo Chiesa”
Giovedě, 19 luglio 2007
|