Consiglio ecumenico
Il segretario generale Kobia non si candida ad un secondo mandato

di Agenzia NEV del 20-2-2008

Nella Cattedrale riformata di Ginevra un culto ecumenico per i 60 anni del CEC
Roma (NEV), 20 febbraio 2008 – Il pastore Samuel Kibia non si candiderà per un secondo mandato come segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC). Lo ha reso noto egli stesso ai 150 delegati del Comitato centrale riuniti dal 13 al 20 febbraio a Ginevra (Svizzera). Entrato in carica nel gennaio 2004, Kobia scade dal mandato il 31 dicembre 2008. Esprimendogli gratitudine per il lavoro svolto, il moderatore del Comitato centrale, il luterano del Brasile Walter Altmann ha dichiarato: "Il Comitato centrale ha ricevuto questa notizia con dispiacere, ma accetta la decisione del segretario generale". È prevista entro breve la nomina di un comitato per la ricerca di un successore, che dovrebbe essere eletto durante la prossima riunione del Comitato centrale nel settembre 2009.
Kobia ha presentato la sua relazione al Comitato centrale il 14 febbraio, sottolineando alcuni cambiamenti che pongono nuove sfide al movimento ecumenico e ricordando in particolare il Forum cristiano globale svoltosi in Kenya lo scorso novembre, il processo di fusione in atto tra ACT (Action by Churches Together) Development e ACT International, e il dibattito sulle possibilità di estensione della prossima Assemblea generale del CEC.
La riunione del Comitato centrale è stata anche l’occasione per ricordare i 60 anni del CEC. La ricorrenza è stata celebrata durante un culto ecumenico domenica 17 febbraio presso la Cattedrale riformata di St. Pierre, nota per essere la chiesa in cui predicava Giovanni Calvino. La predicazione è stata affidata al patriarca ecumenico Bartolomeo I, che ha chiamato le chiese ad affrontare onestamente le differenze reciproche, esaminandole alla luce delle Scritture. "I legami di amicizia tra le chiese divise e i ponti per superare le divisioni sono indispensabili oggi più che mai – ha affermato Bartolomeo –. L’amore è essenziale affinché il dialogo tra le nostre chiese possa avvenire in assoluta libertà e fiducia". Anche il moderatore Altmann, nella sua relazione il primo giorno dei lavori, ha rinnovato l’appello all’unità visibile della chiesa. Rivisitando i 60 anni di storia del CEC, ha osservato che, nonostante il mondo sia molto cambiato, l’obiettivo principale del movimento ecumenico è rimasto quello dell’unità.
Il Comitato centrale, principale organo decisionale del CEC tra due assemblee, si riunisce ogni 12-18 mesi per indicare le linee programmatiche su cui impostare le politiche dell’organismo ecumenico, che raccoglie 349 chiese protestanti, anglicane e ortodosse in 110 paesi del mondo.



Venerdì, 22 febbraio 2008