La nostra parola: segno di impegno
La Seconda Conferenza Generale dellEpiscopato latinoamericano, ai popoli dellAmerica Latina: «La grazia e la pace da parte di Dio, nostro Padre, e del Signore Gesti Cristo» (1 Cor 1,3). Alla fine dei lavori di questa Seconda Conferenza Generale desideriamo rivolgere un messaggio ai popoli del nostro continente. La nostra parola di Pastori vuole essere segno di impegno. Come uomini latinoamericani, condividiamo la storia del nostro popolo. Il passato ci configura definitivamente come esseri latinoamericani; il presente ci pone in una congiuntura decisiva e il futuro esige da noi un impegno creativo nel processo di sviluppo.
America Latina, una comunità in via di trasformazione
Oltre che una realtà geografica, lAmerica Latina è una comunità di popoli con una storia propria, con valori specifici e con problemi simili. Il modo di affrontarli e quello di risolverli devono corrispondere a questa storia, a questi valori e alla natura medesima di questi problemi. Il continente presenta situazioni molto diverse, che però esigono tutte solidarietà. LAmerica Latina devessere una e molteplice, ricca nella sua varietà e forte nella sua unità. I nostri Paesi hanno conservato una ricchezza culturale di base, connaturata di valori religiosi ed etnici, che sono fioriti in una coscienza comune e hanno fruttificato in sforzi concreti verso lintegrazione. Il loro potenziale umano, piú prezioso delle ricchezze nascoste nel loro suolo, fanno dellAmerica Latina una realtà promettente e costellata di speranze. I suoi angustianti problemi, però, marchiano questa stessa realtà con segni di ingiustizia che feriscono la coscienza cristiana. La molteplicità e complessità di tali problemi eccedono i limiti di questo messaggio. LAmerica Latina sembra vivere ancora sotto il segno tragico del sottosviluppo che esclude dei nostri fratelli, non solo dal godimento dei beni materiali, bensí dalla loro stessa propria realizzazione umana. Ad onta degli sforzi che si compiono, si coniugano la fame e la miseria, le infermità di tipo massivo e la mortalità infantile, lanalfabetismo e lemarginazione, profonde diseguaglianze negli introiti e tensioni fra le classi sociali, germi di violenza e scarsa partecipazione del popolo alla gestione del bene comune.
La Chiesa, la storia dellAmerica Latina e il nostro contributo
In quanto cristiani, crediamo che questa tappa storica dellAmerica Latina è intimamente vincolata alla Storia della Salvezza. In quanto Pastori, investiti di una responsabilità comune, desideriamo impegnarci, vivendo la vita di tutte le nostre popolazioni, nella ricerca tormentosa di soluzioni adeguate nei loro molteplici problemi. La nostra missione consiste nel contribuire alla promozione integrale delluomo e delle comunità del continente. Riteniamo di essere in una nuova èra storica. Essa postula chiarezza per vedere, lucidità per diagnosticare e solidarietà per attuare. Alla luce della fede che professiamo come credenti, abbiamo compiuto uno sforzo per scoprire il disegno di Dio nei «segni dei nostri tempi». Alla nostra interpretazione, le aspirazioni e i lamenti dellAmerica Latina sono segni che rivelano lorientamento del disegno divino operante nellamore redentivo del Cristo, che radica queste aspirazioni nella coscienza di una solidarietà fraterna. Per fedeltà a questo disegno divino e per corrispondere alle speranze poste nella Chiesa, desideriamo offrire ciò che riteniamo essere piú pertinente: una visione globale delluomo e dellumanità e la visione integrale delluomo latinoamericano nello sviluppo. È per questo che ci sentiamo solidali con le responsabilità sorte in questa tappa di trasformazione dellAmerica Latina. Malgrado i suoi limiti, la Chiesa, come parte dellessere latinoamericano, ha vissuto insieme alle nostre popolazioni il processo di colonizzazione, liberazione e organizzazione. Il nostro contributo non ha la pretesa di competere con i progetti di soluzione promossi da altri organismi nazionali, latinoamericani e mondiali., né, ancor meno, di respingerli o misconoscerli. Quello che noi ci proponiamo è incoraggiare gli sforzi, accelerare le realizzazioni, approfondirne i contenuti, permeare dei valori evangelici tutto il processo di mutamento. Desidereremmo offrire la collaborazione dei cristiani incalzati dalle loro responsabilità battesimali e dalla gravità del momento. Da tutti noi dipende rendere manifesta la forza del Vangelo che è potere di Dio (Cfr Rm 1,16). Non siamo in possesso di soluzioni tecniche né di rimedi infallibili. Vogliamo avvertire i problemi, percepire le esigenze, condividere le angustie, scoprire gli itinerari e collaborare nel trovare le soluzioni. Limmagine nuova delluomo latinoamericano postula uno sforzo creativo: i poteri pubblici, promovendo energicamente le esigenze supreme del bene comune; i tecnici, pianificando itinerari concreti; le famiglie e gli educatori, dettando e orientando responsabilità; le popolazioni, incorporandosi allo sforzo di realizzazione; lo spirito del Vangelo animando con la dinamica di un amore trasformante e personalizzante.
Sfida del momento: possibilità, valori, condizioni
Le nostre popolazioni aspirano alla propria liberazione e alla propria crescita in umanità, tramite lincorporazione e partecipazione di tutti alla stessa gestione del processo personalizzante. Per questo nessun settore deve riservarsi in forma esclusiva la conduzione politica, culturale, economica e spirituale. Coloro che posseggono il potere di decisione devono esercitarlo in comunione con gli aneliti e le opzioni della comunità. Affinché questa integrazione corrisponda allindole delle popolazioni latinoamericane bisognerà fare affidamento sui valori propri di tutte e ciascuna, senza eccezione. Limposizione di valori e criteri estranei costituirebbe una nuova e grave alienazione. Facciamo affidamento su elementi e criteri profondamente umani ed essenzialmente cristiani: un senso innato della dignità di tutti, una propensione alla fraternità e allospitalità, un riconoscimento della donna nella sua funzione insostituibile nella società, un senso sapienziale della vita e della morte, una certezza del Padre comune e del destino trascendente di tutti. Questo processo esige da tutte le nostre nazioni che esse superino le loro sfiducie, purifichino i loro nazionalismi esagerati e risolvano le loro situazioni di conflitto. Riteniamo altresì inconciliabile con la nostra situazione in via di sviluppo sia lo stornare risorse economiche verso la corsa agli armamenti, la burocrazia eccessiva, le spese di lusso e di ostentazione, sia una deficiente amministrazione della comunità. Fa parte della nostra missione denunciare con fermezza quelle realtà dellAmerica Latina che costituiscono un affronto allo spirito del Vangelo. Ci compete altresì riconoscere e stimolare ogni positiva e profonda intenzione di superare le grandi difficoltà esistenti.
La gioventù
In questa trasformazione, la gioventù latinoamericana costituisce il gruppo demografico più numeroso e si presenta come un nuovo corpo sociale che, con idee e valori suoi propri, desidera creare una società più giusta. Questa presenza giovanile è un contributo positivo che devono raccogliere la società e la Chiesa.
Impegni della Chiesa latinoamericana
Durante questi giorni ci siamo riuniti nella città di Medellín, mossi dallo Spirito del Signore, per dare ancora una volta orientamento ai còmpiti della Chiesa in unansia di conversione e di servizio. Abbiamo visto che il nostro impegno più urgente è quello di purificarci nello spirito del Vangelo, quanti siamo, membri e istituzioni della Chiesa cattolica. Deve aver fine la separazione tra la fede e la vita, poiché in Cristo Gesù la sola cosa che conti è «la fede che opera per mezzo dellamore» (Gal 5,6). Questo impegno esige da noi che viviamo una vera povertà biblica, la quale si esprima in manifestazioni autentiche, segni chiari per i nostri popoli. Solo una povertà simile farà trasparire il Cristo, Salvatore degli uomini, e scoprirà il Cristo, Signore della storia (2 Cor 8,9). La nostra riflessione ha chiarito le dimensioni degli altri impegni che, benché con modalità diverse, saranno assunti da tutto il Popolo di Dio:
- Inspirare, incoraggiare e urgere un ordine nuovo di giustizia, che associ tutti gli uomini alla gestione delle rispettive comunità;
- Promuovere la costituzione e le virtualità della famiglia, non solo come comunità umana sacramentale bensì anche come struttura intermedia in funzione del mutamento sociale;
- Dinamizzare leducazione, per accelerare il processo di maturazione di uomini capaci di affrontare le responsabilità dellora presente:
- Patrocinare gli organismi professionali dei lavoratori, elementi decisivi della trasformazione socio-economica;
- Incoraggiare unevangelizzazione e una catechesi nuove e intensive che arrivino alle élites e alle masse ottenendo una fede lucida e impegnata;
- Rinnovare e creare nuove strutture nella Chiesa che istituzionalizzino il dialogo e canalizzino la collaborazione tra vescovi, sacerdoti, religiosi e laici;
- Collaborare con altre confessioni cristiane e con tutti gli uomini di buona volontà che siano impegnati in una pace autentica, radicata nella giustizia e nellamore.
Il risultato concreto di queste deliberazioni e promesse lo affidiamo in forma particolareggiata e fiduciosa al documento finale che segue questo messaggio.
Appello finale
Facciamo appello a tutti gli uomini di buona volontà perché collaborino nella verità, nella giustizia, nellamore e nella libertà a questo còmpito trasformativo dei nostri popoli, allalba di una nuova èra. In modo particolare ci rivolgiamo alle Chiese cristiane che insieme a noi partecipano di una medesima fede nel Signore Gesù. Durante questa Conferenza fratelli nostri di tali confessioni cristiane sono stati fra noi partecipando ai nostri lavori e alle nostre speranze. Insieme ad essi saremo testimoni di questo spirito di collaborazione. Di fronte al futuro del nostro continente, vogliamo inoltre, come un dovere della nostra coscienza, ammonire coloro che reggono i destini dellordine pubblico. Nelle loro mani è una gestione amministrativa che, libera dalle ingiustizie, ad un tempo regge un ordine volto al bene comune e che pertanto può arrivare a creare il clima di fiducia e di azione necessario ai latinoamericani per il pieno sviluppo della loro vita. Per sua propria vocazione lAmerica Latina cercherà la propria liberazione a costo di qualsiasi sacrificio, non per chiudersi in se stessa, ma per aprirsi allunione con il resto del mondo, dando e ricevendo in spirito di solidarietà. Riteniamo particolarmente decisivo a tal fine il dialogo con i popoli fratelli di altri continenti che versano in situazioni simili alle nostre. Uniti nel cammino delle difficoltà e delle speranze, potremo arrivare a far sì che la nostra presenza nel mondo sia di portata definitiva per la pace. Ad altri popoli che hanno già superato gli ostacoli in cui noi ci imbattiamo oggi, ricordiamo che la pace si fonda sul rispetto della giustizia internazionale. Giustizia che, a sua volta, ha il suo fondamento e la sua espressione nel riconoscimento dellautonomia politica, economica e culturale dei nostri popoli. Per finire, speriamo nellamore di Dio Padre, che ci si manifesta nel Figlio ed è diffuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci unisca ed animi sempre lazione per il bene comune (Cfr Rm 5,5). Speriamo così di essere fedeli agli impegni che abbiamo contratti in questi giorni di riflessione e di preghiera comunitaria, per apportare la piena ed effettiva collaborazione della Chiesa nel processo di trasformazione che la nostra America sta vivendo. Speriamo altresì di essere ascoltati con comprensione e buona volontà da tutti gli uomini con i quali abbiamo in comune uno stesso destino e una stessa aspirazione. Mettiamo sotto la protezione di Maria, Madre della Chiesa e patrona delle Americhe, tutta la nostra fatica e questa stessa speranza affinché si anticipi fra di noi il Regno di Dio.
Abbiamo fede:
in Dio, negli uomini, nei valori e nel futuro dellAmerica Latina.
«La grazia del Signore Gesù Cristo, la carità di Dio e la comunicazione dello Spirito Santo sia con tutti voi» (2 Cor 13,13).
Medellín, 6 settembre 1968
(ripreso da “Quaderni Asal” 11-12/1974) Articolo tratto da:
FORUM (98) Koinonia
http://www.koinonia-online.it
Martedì, 03 giugno 2008
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