Vita culturale in Irpinia

Conferenza Maselli a Chiusano

di Goffredo Raimo

L'EMINENTE STUDIOSO HA TENUTO UNA INTERESSANTE DISSERTAZIONE SU

" LA FIGURA STORICA DEL CRISTO ".

NOTEVOLE PARTECIPAZIONE DI PUBBLICO, PROVENIENTE ANCHE DAI CENTRI VICINI.

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    Ospite di un incontro organizzato dal locale Gruppo Culturale Cristiano, il dr. prof. Domenico Maselli, eminente studioso ed Incaricato di Storia Medievale e Storia del Cristianesimo all'Università degli Studi di Firenze, ha tenuto a Chiusano l'annunziata ed attesa Conférenza sul tema " La figura storica del Cristo".

Il prof. Maselli è stato presentato, al folto pubblico convenuto, dal prof. Enrico Dell'Orfano, docente di lettere classiche al Liceo di S. Angelo dei L. Il prof. Dell'Orfano, ponendo accento sulla sempre viva attualità dell'argomento in trattazione, esprimeva valide indicazioni suila centralità storica della venuta del Cristo, il cui messaggio si ripropone oggi particolmente, come in altri tempi congiunturali della storia, in termini di fondata umana attendibiiltà, ad orientamento di tutte le ansie sociali ed individuali.

Partendo dall'analisi di alcuni significativi brani del Nuovo Testamento, unico vero documento storico della figura di Gesù di Nazaret, il prof. Maselli ha delineato l'ambiente sociale ed umano in cui operò il Cristo, facendo scaturire il profilo esistenziale e la portata storica del Messia dal vivo di una realtà che era matura al tempi ed al messaggio nuovo.

Il Cristo aprì un discorso nuovo alla storia, travolgendo gli schemi ordinari del conformismo proponendo uno straordinario ed avvincente piano di salvezza, che assicurava all'uomo una liberazione totale ed infinita.

E per questo egli - definiva il prof. Maselli - sconcertò tutti, contentando nessuno. Egli parlò ai diseredati, agli emarginati, agli sfruttati, agli oppressi, ai ribelli: 'non predicò ai farisei, al perbenismo. Sfidava il convenzionismo di un costume empio, 'toccando i lebbrosi e guarendo di sabato. Ma soprattutto rifiutò di scendere a patti col mondo, indicando oltre i limiti di esso la grandezza assoluta del Regno, cui si perviene non modificando le strutture, ma il cuore degli uomini, di se stessi. E la giustizia vera, affermiamo con Maselli, è sempre un avvenimento riposto nella disponibilità di un amore assoluto ed illimitato: essa e fondata nella verità di una dimensione ultraumana, nella quale ogni umanità si ritrova e compie per intero il suo itinerario.

- Cristo difatti - faceva notare l'illustre relatore - rifiutò il potere, pur essendo stato unto re di Israele, e sconcertò ancora - finanche i suoi più vicini - quando annunziò invece la sua prossima morte, ed il suo trionfo sulla morte stessa; non la figura di un rivoluzionario, di un rabbino, 'non quella di un re. Cristo aveva indicato le vie della lotta, che 50110 contro l'odio, la violenza, che si manifestano in tutti gli aspetti della vita umana e che si consolidano in potere. Non quindi potere, ma servizio; non determinazioni di verità umane, ma annunzio di cieli sempre nuovi.

Ed egli - afferma efficacemente il prof. Maselli - ci lasciò seme di parola nei suoi discepoli, che si moltiplicarono di numero subito dopo il suo sacrificio, " costituendosi in società alternativa al mondo" e dando vita ad " un movimento che da duemila anni mette in crisi le potenze della Terra, e che rinasce sempre, di continuo, a proclamare il suo messaggio di liberazione, che è speranza di vita nuova".

Il discorso del prof. Maselli ha offerto rilevanti spunti di discussione, specialmente intorno ad alcune sue originali tesi (giustificazione del comportamento di Giuda, chiamato dal Cristo stesso ad affrettare "i tempi", ed altre interessanti occasioni di dibattito).

Abbiamo avuto personalmente modo di cogliere particolari significati ed indicazioni metodologiche, da questa dotta e chiara dissertazione, alla quale, grazie soprattutto ad un impegno di fede che profondamente sorregge la parola dell'eminente prof. Maselli, dobbiamo appunto personalmente ascrivere suggestivi momenti di riflessione e di edificazione.

Goffredo Raimo

Articolo tratto Da "L'Avvenire dell'Irpinia" di Venerdì 15 marzo 1974


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